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Raid e scontri in Yemen, almeno 62 bambini rimasti uccisi

Le operazioni della Coalizione araba, iniziate il 26 marzo, prima incentrate su Sanaa e Saada, ora sono «estese a 13 governatorati su 22»

BEIRUT. Sono «almeno 62 i bambini uccisi e 30 quelli feriti» in una settimana, dall'inizio delle operazioni militari in Yemen: lo denuncia l'Unicef. «La violenza sta terrorizzando i piccoli», sottolinea un comunicato. E c'è una «disperata necessità di proteggerli, le parti in conflitto devono fare tutto il possibile per garantire la loro sicurezza».

L'agenzia Onu per gli affari umanitari (Ocha), dal canto suo, citando i dati dell'Oms, stima siano 361 le persone uccise e 1.345 quelle ferite dall'inizio dell'escalation militare nel Paese, il 23 marzo. Le vittime «sono in gran parte civili». Le operazioni della Coalizione araba, iniziate il 26 marzo, prima incentrate su Sanaa e Saada, ora sono «estese a 13 governatorati su 22».

Vi erano molti «combattenti Huthi» i morti ieri in un raid della coalizione araba a guida saudita in Yemen, sul campo per profughi interni di Al Mazraq, nella provincia settentrionale di Hajja. Lo hanno riferito testimoni citati oggi dalla televisione panaraba Al Jazira, dopo che ieri i ribelli sciiti avevano denunciato la morte di 45 persone, tra le quali bambini e donne. Il portavoce della Coalizione, il generale saudita Ahmed al Asiri, ha affermato che «non c'è conferma che si trattasse di un campo profughi». Al Asiri ha anche accusato gli Huthi di piazzare i propri lanciarazzi e i pezzi di artiglieria tra la popolazione civile per farsene scudo. Ieri operatori umanitari citati da media arabi avevano denunciato l'uccisione di molti civili nel bombardamento sul campo profughi di Al Mazraq, che si trova a ridosso del confine saudita.

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