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Le indagini sul copilota, trovato in casa
un certificato di malattia per quel giorno

il copilota che ha provocato la tragedia del volo Germanwings, era stato giudicato sei anni fa «secondo indiscrezioni in parte 'non idoneo al volò » durante l'addestramento nella scuola di volo Lufthansa di Phoenix

BERLINO. La procura di Dusseldorf ha trovato nell'appartamento di Andreas Lubitz, il copilota che ha provocato la tragedia del volo Germanwings, un certificato di malattia per il giorno della tragedia. Lo riferisce lo Spiegel, aggiungendo che presumibilmente lo ha nascosto alla Germanwings. Inoltre sono stati trovati più documenti medici che attestano un 'trattamento' in corso.

Nella casa di Lubitz, spiega ancora lo Spiegel, la procura ha trovato più documenti medici che attestano un malattia e un trattamento medico in corso. Si tratta di certificati di malattia recenti e anche del giorno della tragedia. Ciò rafforza la valutazione, assicura la procura, che Lubitz "aveva tenuto nascosto al proprio datore di lavoro nell'ambito professionale la propria malattia".

FU GIUDICATO NON IDONEO. Andreas Lubitz era stato giudicato sei anni fa "secondo indiscrezioni in parte non idoneo al volo" durante l'addestramento nella scuola di volo Lufthansa di Phoenix, negli Usa. Lo scrive il tabloid Bild citando fonti della stessa compagnia tedesca, holding di Germanwings. Per l'Autorità federale al volo tedesca Andreas Lubitz, il copilota necessitava di "particolari controlli medici da effettuare con regolarità". Lo scrive Bild, per cui la cartella di Lubitz indicava il codice SIC, specifico per tali casi, lo stesso annotato anche sulla sua licenza di volo.

Andreas Lubitz era stato «più volte retrocesso» durante l'addestramento al volo di Lufthansa, che ha frequentato dal 2008. Lo scrive il tabloid Bild citando fonti della compagnia: «Nel 2009 gli è stato diagnosticato 'un grave episodio depressivo poi rientratò ». In totale sarebbe stato sotto trattamento psichiatrico per un anno e mezzo.Aveva avuto «una pesante crisi di coppia con la sua ragazza» Andeas Lubitz, una «pena d'amore
che lo ha segnato profondamente». Lo scrive Bild: gli investigatori stanno indagando «intensamente su una crisi personale» come motivo per il folle gesto.

"Intanto la diagnosi di depressione fatta da amici è molto rischiosa, non mi sento di asserire che questo signore fosse un depresso, o un bipolare sulla base di questi dati". Lo dice alla Stampa Giovanni Battista Cassano, psichiatra, professore emerito all'Università di Pisa, esperto di depressione e di disturbo bipolare. "Partiamo dal fatto che il cervello può ammalarsi in qualsiasi momento e coinvolgere funzioni che portano ad alterazione del giudizio, della critica, del controllo degli impulsi, della coscienza della realtà e alla produzione anche improvvisa di deliri megalomaniaci senza per forza appartenere a un disturbo bipolare o a una depressione", spiega. "La malattia può non essere riconosciuta neppure dal malato. Anzi molto spesso il malato non sa di essere depresso e comunque lo nega". "Molto spesso il disagio è colto dai familiari e anche dai medici senza essere ricondotto a una precisa diagnosi clinica. Per i piloti è già in atto un filtro molto severo, ma di fronte agli aspetti multiformi della malattia è difficile a volte coglierne la gravità".
"Si può riflettere su quel che sappiamo - aggiunge -. E da alcuni elementi, come il fatto che il pilota abbia chiuso la porta, potrebbe sembrare un'azione premeditata. Questo indicherebbe allora, più che una depressione, un pensiero paranoide". "Per lo psichiatra non esiste la normalità, esiste un continuum tra stato di salute e stato di malattia".

"Il pilota non è un robot", "nelle valutazioni si riesce a capire la base caratteriale poi ci sono gli alti e i bassi della vita come per tutte le persone. Un esperimento efficace è quello del controllo sociale". Lo illustra a Repubblica il comandante Antonio Chialastri, membro del comitato scientifico Centro Studi Trasporto Aereo Sicurezza e Ambiente (S.T.A.S.A.). "Si fanno volare i piloti con equipaggi diversi, le combinazioni variano continuamente - spiega -. Questo è un modo efficace per controllare se una persona è in equilibrio. È come in un piccolo paese, se una persona sta male, non è equilibrata, se ne accorgono tutti, è la base del controllo sociale". "Il controllo sull'equilibrio del pilota è molto fiscale, è psicologico e psicometrico ed avviene sia in fase di selezione che nel corso della carriera. Si osservano attentamente anche le cosiddette non technical skills".  "Un controllo medico una volta l'anno è obbligatorio. Poi ci sono gli esami tossicologici a campione con un avviso di meno di dodici ore. E se si risulta positivi si rimane a terra senza discutere. Oltre alle visite mediche poi, i piloti sono continuamente controllati. In media ogni quaranta giorni si è sottoposti a test che possono dire qualcosa sullo stato della persona. Si fanno sessioni in simulatore, sia nella fase dell'addestramento che successivamente. E poi bisogna passare degli esami che sono valutazioni vere e severe e se non le si passa si smette di volare". "La componente di imprevedibilità in questi casi esiste, ha una sua verità. Il punto è che non è una scienza: la stabilità caratteriale non è misurabile con le analisi del sangue".

 

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