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Arrivano i fagioli a prova di riscaldamento globale

ROMA. I fagioli, fonte di proteine da secoli per gli esseri umani e ancora oggi alimento fondamentale in Paesi poco sviluppati, resisteranno al riscaldamento globale. Alcuni coltivatori affiliati alla CGIAR - organizzazione globale di ricerca agricola - hanno annunciato di aver scoperto 30 nuovi tipi, o «linee» in gergo, di fagioli in grado di sopportare temperature più elevate e che potrebbero rappresentare la salvezza per la produzione in vaste aree che dipendono da questo legume in America Latina e Africa.

I fagioli, anche detti la «carne dei poveri», sono uno degli alimenti cardine per quasi mezzo miliardo di persone che vivono in aree del mondo povere, spiegano gli scienziati. Oltre alle proteine forniscono fibre, carboidrati complessi, vitamine e altri micro-nutrienti. La scoperta di queste nuove linee, spiega Steve Beebe, ricercatore senior del CGIAR, «potrebbe essere un enorme vantaggio per la produzione di fagioli visto che andiamo incontro a una situazione disastrosa in cui, entro il 2050, il riscaldamento globale potrebbe ridurre del 50% le aree idonee alle coltivazioni». Tuttavia «i fagioli tolleranti al caldo che abbiamo testato possono essere in grado di gestire perfino uno degli scenari peggiori» in cui i gas serra provocherebbero un riscaldamento medio di circa 4 gradi centigradi. Molti dei nuovi fagioli sono stati ottenuti da incroci di fagioli comuni e fagioli 'tepary', una specie coltivata sin dall'epoca pre-colombiana nel Messico settentrionale e negli Usa sudoccidentali.

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