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Dirige La Sapienza, ma "non ha una laurea": geometra pensionato prende 200mila euro l'anno

E' un geometra in pensione il dirigente Carlo Musto D’Amore, che da 14 anni esercita la professione senza una laurea, in quiescenza e sotto processo

ROMA. Si allarga il caso scandalistico che ha visto al centro della bufera La Sapienza della Capitale. Un ateneo che ne ha passate di tutti i colori, dai cadaveri abbandonati nei corridoi dell'Istituto di medicina legale, alle lezioni di "psicopatologia forense" tenute dal comandante Schettino, fino alle cattedre occupate dalle mogli, figli e figlie degli ex rettori. Adesso salta fuori l'ennesimo scandalo, che però vede come protagonista il 67enne Carlo Musto D’Amore, un geometra nato vicino ad Avellino, che svolge il ruolo di direttore generale del più grande ateneo d'Italia, senza avere nessun titolo di laurea. Un incarico, questo, che gli permette di portare a casa 200mila annui.

D'Amore è sicuramente uno dei pochi "precari" italiani che è riuscito ad ottenere, nel 2013,  un contratto quadriennale con la Pubblica Amministrazione, nonostante fosse già in pensione e sotto processo (ancora in corso, nel quale è stato assolto in primo grado), per abuso d'ufficio. «I rettori passano, ma Musto D’Amore non lo tocca nessuno». Così i suoi nemici, apostrofano l'operato del dominus universitario che, in 14 anni, ha visto entrare ed uscire quattro rettori e decine di presidi.

Una carriera abbastanza interessante e curiosa: dopo il diploma,  il geometra diventa “ufficiale rogante” all’Università Orientale di Napoli, e poi affianca «un ispettore del ministero per svolgere accurate indagini sull’Istituto pareggiato di Magistero di Catania». Ma è stato anche alla Scuola autonoma di Ostetricia di Salerno "per accertare la veridicità dei fatti denunciati da un professore", come ricorda lui stesso. La sua scalata, però, non si ferma qui. Nel 1989 vince (senza laurea), «un corso-concorso nazionale per dirigenti universitari», e sei anni dopo viene chiamato alla Federico II. Qui, con l'amico, allora rettore, Fulvio Tessitore, diventa "vicario del direttore amministrativo", titolo più che sufficiente per trasformarsi, qualche anno dopo, nel Dominus della Sapienza.  E' lui che si occupa della gestione degli appalti e delle gare da 14 anni e, nel 2007,  la presidenza del Consiglio (al tempo c’era Romano Prodi) lo fa pure nominare Ufficiale della Repubblica. Tre anni fa arriva il suo quarto contratto consecutivo: l’ex rettore, Luigi Frati, gli rinnova la fiducia, nonostante «il collocamento in quiescenza medio termine».

Soltanto il nuovo rettore, Eugenio Gaudio, potrebbe mettere un punto alla vicenda, rimuovendolo attraverso una clausola rescissoria già il prossimo giugno. Ma sembra che i due vivano situazioni abbastanza simili: come raccontava un settimanale qualche settimana fa, anche il figlio del rettore ha qualche scheletro nell'armadio: ha vinto un dottorato nonostante avesse usato il bianchetto durante l'esame; una pratica vietata, passata però inosservata, come l'assunzione della stessa figlia di D'Amore, Assunta, che adesso lavora nello stesso posto del padre. Ventidue anni, nessuna laurea, e un posto da impiegata alla Sapienza che le permette di guadagnare 1.200 euro netti al mese, come spiegano dall'ufficio stampa dell'ateneo.

 

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