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Le piantagioni industriali minacciano le grandi scimmie

ROMA. L'espansione di piantagioni industriali - come quelle di palma da olio e caucciù - sono una seria minaccia per gli habitat delle grandi scimmie nell'Africa centrale. A lanciare l'allarme, alla vigilia della Giornata internazionale delle foreste di oggi, è Greenpeace che denuncia con la diffusione di immagini satellitari i pericoli che stanno correndo gli ambienti in cui vivono specie molto rare di primati.

Le foto di Greenpeace Africa, spiega l'organizzazione ambientalista in una nota, «mostrano come più di 3mila ettari di foresta pluviale al confine con la Riserva faunistica di Dja, nella regione Sud del Camerun, siano già stati distrutti per far spazio a coltivazioni di caucciù e olio di palma in concessione alla società cinese Hevea Sud. La riserva è patrimonio mondiale dell'Unesco e ospita gorilla, scimpanzè e mandrilli». Inoltre, secondo un'indagine condotta a dicembre scorso da Greenpeace Africa, la società camerunense Azur sta puntando a convertire in piantagione di palma da olio una vasta area della fitta foresta nella regione Littoral del Camerun. Gran parte di questa è adiacente alla foresta di Ebo, dove dovrebbe essere istituito un parco nazionale e dove vivono numerosi mammiferi, come gli elefanti di foresta, e svariate specie di primati a rischio estinzione. Tra questi, il drillo - un esemplare di scimmia molto rara, che è possibile trovare soprattutto in Camerun - e la sottospecie di scimpanzè «Nigeria-Camerun», uno dei primati più minacciati al mondo a causa della distruzione del suo habitat per disboscamento illegale, del bracconaggio, del commercio della carne di animali selvatici e degli effetti del cambiamento climatico.

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