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Grecia, Merkel: "Se l'euro fallisce, fallisce anche l'Europa"

Il presidente della Ue Donald Tusk, su richiesta del premier Tsipras, ha convocato un incontro sulla Grecia ieri sera dopo il Consiglio europeo al quale parteciperanno Tsipras, Merkel, Hollande, Draghi, Juncker e il presidente dell'Eurogruppo Dijsselbloem

ROMA. Il presidente della Ue Donald Tusk, su richiesta del premier Tsipras, ha convocato un incontro sulla Grecia ieri sera dopo il Consiglio europeo al quale parteciperanno Tsipras, Merkel, Hollande, Draghi, Juncker e il presidente dell'Eurogruppo Dijsselbloem.

La cancelliera Angela Merkel al suo arrivo al vertice Ue ha detto che dal minivertice sulla Grecia di ieri sera "non aspettatevi nessuna soluzione e nessuna svolta, non è questa la cornice", perché "la soluzione deve essere presa all'interno dell'Eurogruppo e così deve rimanere".

Il premier greco Alexis Tsipras dal canto suo entrando al vertice Ue ha detto che "La Ue ha bisogno di una maggiore iniziativa politica che rispetti sia la democrazia sia i Trattati, in modo da lasciarsi indietro la crisi e andare verso la crescita".

Premier Irlanda, Atene rifletta, tempo sta scadendo - Quello sulla Grecia di ieri sera è stato definito così "sarà un incontro abbastanza difficile, e mi aspetto che qualunque sia l'esito la discussione venga poi riportata al Consiglio europeo se non stasera almeno domani": lo ha detto il premier irlandese Enda Kenny entrando al vertice Ue. Secondo Kenny la palla è ora nel campo dei greci, che "devono fare proposte ma devono riflettere molto in fretta perché il tempo sta scadendo".

Weber, Tsipras si deve scusare per provocazioni - La Germania ed i leader del Ppe "vogliono tutti aiutare" la Grecia e "sono disposti a modificare il Memorandum" ma "finora abbiamo visto solo provocazioni e violazioni degli accordi" e "Tsipras dovrebbe scusarsi per questo". Lo dice il capogruppo del Ppe al Parlamento europeo, Manfred Weber, all'ANSA al termine del pre-vertice cui hanno partecipato i leader popolari, a cominciare dalla Cancelliera Angela Merkel.

Sulla Grecia non era in vista alcun accordo definitivo ieri stasera al vertice Ue o lunedì nel meeting bilaterale con il premier ellenico Alexis Tsirpas a Berlino: lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel parlando al Bundestag. Il mondo giudica l'Europa da come saprà gestire la situazione con la Grecia. Merkel ha aggiunto che "se l'euro fallisce, fallisce l'Europa".

Quello di ieri stasera "non è stato l'incontro decisivo per la Grecia, sono sicuro che nessuno vuole la Grexit e tutti vogliono evitare un 'Grexident'": lo ha detto il presidente Ue Donald Tusk spiegando di aver accolto la richiesta di Tsipras di un incontro informale "per evitare una discussione al vertice che poteva scaldarsi un po' troppo".

La Commissione lavora "per trovare una soluzione ma la situazione è molto complicata e il tempo sta finendo": lo ha detto il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis secondo cui non si devia dall'accordo del 20 febbraio e "è importante che la Grecia applichi il programma e senta il senso di urgenza".

Renzi a vertice Ue, rotto incantesimo in Italia e Europa  - E' stato "rotto un incantesimo": in Italia, dove il processo di riforme è andato avanti disinnescando lo "stallo" del parlamento. E in Europa dove si è cambiato verso, si è "voltata pagina con un nuovo vocabolario" che non parla più solo di austerity ma anche e soprattutto di crescita e lavoro. Matteo Renzi rivendica con forza - illustrando alle Camere il vertice europeo di oggi e domani - il ruolo del suo governo e quello del semestre italiano, pronto a farlo valere a Bruxelles: l'Italia in Europa non "è più dietro la lavagna o a prendere i compiti ma finalmente protagonista di un percorso di cambiamento". In ore difficili, alle prese con la vicenda Lupi che tocca da vicino il suo governo e mentre dalla Tunisia arrivano le notizie dell'attacco in cui sembrano esserci vittime anche italiane, il premier si prepara a partire per il Consiglio Ue, intenzionato a spingere sull'acceleratore: il vertice "per noi sarà innanzitutto un momento di verifica e di ripartenza, con ancora più determinazione, sulle questioni di politica economica e di ripartenza del nostro Continente". Perche' - ribadisce anche in tweet commentandolo con l'hastag 'lavoltabuona' - il piano Juncker, il bazooka messo in campo dalla Bce, la flessibilità e la parità euro-dollaro "sono frutto del semestre italiano". Per quel cambio "di clima" che l'Italia ha supportato anche sul fronte interno. Con le riforme, gli 80 euro, l'Irap, gli incentivi alle assunzioni e il Jobs act. Negli ultimi tre mesi, "anche se ci sono sensibilità, opinioni e voti diversi, il Parlamento ha rotto l'incantesimo che sembrava bloccarlo in uno di stallo e non vedo elemento più simbolico in questo senso che l'elezione del Presidente della Repubblica", ha aggiunto Renzi. Preparandosi a far valere il suo lavoro: il precorso di riforme che faremo da qui al 2018 è la "più grande occasione per stare in Europa da protagonisti". In un Europa che ora deve "investire sulla linea nuova della politica economica europea e invertire la tendenza come abbiamo iniziato a fare troppo timidamente". Un inversione di tendenza necessaria anche guardando agli Usa (dove volerà il 17 aprile per incontrare Obama) dove le politiche di crescita hanno funzionato, mentre "quelle europee no". Ma il consiglio europeo  - su cui ieri Renzi si è confrontato al Quirinale anche con il presidente Sergio Mattarella ed alcuni dei suoi ministri interessati ai dossier sul tavolo dei 28 - non sarà solo dedicato alla situazione economica. Al centro, oltre al previsto tema dell'energia, ci sarà anche la Libia e la questione ucraina. E, anche alla luce di quanto avvenuto a Tunisi, certamente il terrorismo e le nuove minacce dell'Isis in paesi sempre più vicini. Sulla Libia Renzi è intenzionato a ribadire il ruolo di leadership dell'Italia in una vicenda che - rivendica - "abbiamo contribuito a sfilare dall'ultimo posto dei dossier" di politica internazionale. Perché non è solo un problema di "immigrazione", che è comunque un "tema sensibile per noi ed i nostri elettorati" ma "va ben oltre": la comunità internazionale per non essere "miope" deve mettere sul tavolo la questione dell'estremismo, anche legato all'Africa, partendo dal Mediterraneo con il rischio della Libia. "Non diciamo 'aiutateci, abbiamo un problema con gli immigrati' ma "chiediamo una centralità della politica nel Mediterraneo e in Africa", "è il nostro disegno strategico". Sull'Ucraina, di cui i leader parleranno nella cena di questa sera insieme al partenariato orientale in vista del vertice di Riga a maggio, Renzi ha ribadito la posizione italiana di sostegno agli sforzi per la realizzazione degli accordi di Minsk. Ed è tornato, ancora una volta a proporre il modello Alto Adige, un accordo che rispetti un processo di riforme e, contemporaneamente, la tutela delle minoranze. E mentre Renzi prepara le valige a Bruxelles sale intanto la tensione sulla Grecia, con Atene che ha deciso - nonostante la contrarietà dell'ex-troika e le obiezioni europee - di andare avanti sulla legge "umanitaria": il presidente del consiglio europeo, Donald Tusk, su richiesta di Tsipras, ha convocato al un vertice domani sera con Merkel, Hollande, Draghi, Juncker e il presidente dell'Eurogruppo Dijsselbloem.

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