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Iraq, chiese distrutte e bandiere Isis al posto delle croci

Stato islamico continua ad abbattersi senza pietà anche contro i simboli e i luoghi della cristianità

NINIVE. Una bandiera nera al posto della croce su una chiesa. La scure dei jihadisti del sedicente Stato islamico continua ad abbattersi senza pietà anche contro i simboli e i luoghi della cristianità. Nel mirino, anche questa volta, la regione di Ninive in Iraq dove in nome dell'odio sotto la ferocia distruttiva sono finite statue, icone, pietre tombali e crocifissi, tutti simboli della cristianità. Una campagna folle che i jihadisti stanno portando avanti da mesi nelle zone sotto il loro controllo, perseguitando e massacrando chiunque si opponga al loro credo.

La testimonianza dell'ultimo scempio è stata postata su Twitter dagli stessi jihadisti con alcune fotografie, poi selezionate dal Middle East Media Research Institute (Memri).  Nelle istantanee si vedono alcuni luoghi sacri che cadono sotto la furia dei tagliagole del Califfato. Una croce rimossa da una cupola ed un'altra da un campanile di una chiesa. Al loro posto l'ormai tristemente nota bandiera nera. E poi ancora una statua di una Madonna gettata con furia per terra ed un bassorilievo colpito da un jihadista a colpi di martello.  Lo Stato islamico «non si cura affatto di quello che sta compiendo - ha affermato Steven Stalinsky direttore esecutivo del Memri - segue la sua ideologia e se la prende con le chiese e le minoranze. La sua campagna contro le vestigia della cristianità sta andando avanti da diverso tempo».

A fine settembre dello scorso anno la Chiesa Verde di Tikrit, abbandonata da molti secoli e simbolo più che millenario delle antichissime radici del cristianesimo in Medio Oriente, venne letteralmente rasa al suolo con dell'esplosivo. Ma la campagna di distruzione sistematica dei simboli della cristianità non si è fermata all'Iraq ma ha colpito anche la Siria con la rimozione di croci e crocifissi dalle chiese a Tel Hamis, una località nell'est del Paese. Una delle ultime demolizioni, in nome dell'odio religioso, è stato invece compiuto a Mosul, con la devastazione della facciata dell'antico monastero di San Giorgio appartenente all'Ordine antoniano di sant'Ormista dei caldei.  Per lo Stato islamico i simboli della cristianità, delle altre minoranze religiose, ma anche le testimonianze architettoniche del glorioso passato delle antiche civiltà, devono essere estirpati o eliminati nel nome della visione dell'Islam. Si tratta di crimini contro la memoria e la storia, oltre che ovviamente contro la fede, animati da quello stesso odio che in passato ha portato i talebani afghani alla distruzione dei colossali Buddha di Bamiyan.

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