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Tutti in bici sulle ferrovie "dimenticate" della Sicilia

PALERMO. Riscoprire il fascino del vivere slow. Da Selinunte all'Alcantara, passando per Palermo e le antiche miniere delle province centrali. Tutto in bici. In occasione dell'ottava edizione della giornata nazionale delle Ferrovie dimenticate, è stato possibile percorrere in bici le ferrovie dismesse della Sicilia.

Grazie all'organizzazione di Co.Mo.Do (la Confederazione per la mobilità dolce), l'escursione su due ruote si accompagna ad alcune degustazioni enogastronomiche.

Il percorso del Palermitano si snoda nel bosco di Ficuzza, nel comune di Marineo, dove sorge il palazzo di Ferdinando IV di Borbone che elesse quei luoghi come residenza estiva. La tratta è quella tra Sant'Erasmo, Burgio e Godrano, con due possibili percorsi: uno più facile di 10 chilometri e uno più lungo per i più esperti. Sempre nella parte occidentale dell'Isola è possibile passeggiare sulla ferrovia tra Selinunte e la foce del Belice, in un'area di alto valore archeologico.

Sono ben 25 i chilometri tra Piazza Armerina, Valguarnera e Dittaino. Sono i luoghi dello zolfo, dove per decenni i minatori hanno fatto avanti e indietro per raggiungere le miniere. Per questo il tracciato prende il nome di via dello Zolfo a Piducchiusa. Piccoli segmenti di quelle che un tempo erano tratte ben più lunghe, inghiottite dalla natura dopo anni di abbandono e mancata manutenzione.

E ancora, la Dittaino-Assoro-Leonforte, detta la ferrovia della montagna di Enna. Una sequenza di gallerie in pietra, un tracciato quasi tutto in leggera salita, costellato da ponti, stazioni e fermate di caricamento dell'acqua per le vecchie locomotive a vapore.

Nella parte orientale dell'Isola non mancano i percorsi ferrati dimenticati.

Dalla punta meridionale dell'isola parte la vecchia Siracusa-Ragusa-Vizzini, rimasta inutilizzata dal secondo dopoguerra, che attraversa la valle del fiume Anapo, passando dentro l'area protetta di Pantalica e nei luoghi di Verga. E infine una cinquantina di chilometri vicino Ragusa, tra Cassaro-Ferla e la vecchia stazione di Chiaramonte Gulfi, trasformata in albergo.

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