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Partecipate delle ex Province, in Sicilia
pronti ottocento licenziamenti

Futuro incerto per la Palermo Energia, Caltanissetta Service, Siracusa Servizi e Publiservizi Spa

PALERMO. Sull’orlo del licenziamento i circa 800 dipendenti delle società partecipate delle ex Province. È quanto è emerso in commissione Affari istituzionali all’Ars in merito al futuro della Palermo Energia, della Caltanissetta Service, della Siracusa Servizi e della Publiservizi Spa. Ma la Uiltucs attacca: “Vero è che cambieranno gli enti – dice il segretario generale Marianna Flauto – ma le competenze resteranno le stesse, per cui i servizi essenziali svolti da questo bacino dovranno pur essere garantiti”. Secondo il sindacato “da vent’anni non ci sono concorsi e nelle Province, man mano che i dipendenti sono andati in pensione, sono stati sostituiti nelle mansioni proprio da questi 800 lavoratori che per giunta hanno un contratto ridotto rispetto ai dipendenti delle Province e non hanno ricevuto gli aumenti contrattuali degli ultimi tre anni. La riforma che istituisce i liberi consorzi – prosegue Flauto – non può penalizzare ulteriormente questo bacino. Il governo regionale aveva assicurato che avrebbe mantenuto i livelli occupazionali, vogliamo che questa promessa venga mantenuta”.

La Uiltucs aggiunge che “le posizioni assunte da onorevoli e assessore contro le società partecipate delle Province è incomprensibile dal momento che questi lavoratori fino ad oggi hanno garantito dei servizi essenziali a un costo ridotto rispetto al personale delle Province stesse che hanno via via sostituito. Questo rappresenta una discriminazione nei confronti di questi lavoratori. Eppure si occupano di manutenzione delle strade della pulizia degli immobili della Provincia, della manutenzioni delle strutture, degli impianti termici, del servizio di protezione civile negli impianti di piano battaglia, del servizio di spazzaneve. Non è pensabile che la nuova riforma lasci senza un futuro 800 famiglie. Chiederemo al presidente della commissione Affari istituzionali di fare partecipare ai lavori della commissione anche una delegazione di lavoratori delle partecipate visto che le sedute sono pubbliche e tutti hanno il diritto di partecipare, anche i delegati sindacali”.

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