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"Problemi di parola", colpiti in Italia tre milioni di anziani

ROMA. Tre milioni di anziani in Italia hanno 'problemi di parola': i disturbi della comunicazione interessano infatti un grande numero di over-65 ma, affermano gli esperti, la riabilitazione logopedica può portare a miglioramenti sostanziali.

«Oltre 3 milioni e principalmente anziani - spiega la presidente della Federazione logopedisti italiani (Fli), Tiziana Rossetto - sono gli italiani affetti da un disturbo comunicativo acquisito, ovvero a carico della comunicazione e del linguaggio che si manifesta a seguito di una lesione cerebrale non di natura congenita, ma causata da un trauma o malattia degenerativa immediatamente post-natale o nel corso della vita». Nonostante la compromissione dello stato di benessere e di salute generale della persona, prosegue l'esperta, «è tuttavia possibile agire efficacemente sulla riacquisizione della facoltà di parola con una riabilitazione logopedica che, in alcuni casi, può portare anche esiti straordinari».

«L'obiettivo della riabilitazione logopedica - aggiungono Giuseppe Mancini e Rossella Muo, logopedisti Fli esperti in Neuroscienze - attuata in team con altri professionisti sanitari, è quello di ristabilire la massima autonomia possibile e la miglior qualità di vita di chi è affetto da un disturbo della comunicazione». Da qui l'importanza di garantire programmi riabilitativi studiati 'su misurà e calibrati sul singolo paziente.

Proprio per incentivare l'informazione e sensibilizzare i cittadini su questo problema, il 6 marzo si celebra ogni anno la Giornata Europea della Logopedia, cui farà quest'anno seguito in Italia un'iniziativa ad hoc. Si tratta di 'Posso ancora dire la mia!', organizzata dalla Fli da oggi e fino al 13 marzo: per 5 giorni gli esperti saranno on-line dalle 10 alle 12, al numero 049.8647936, per rispondere a domande e dubbi dei cittadini, perchè la riabilitazione, conclude la Federazione, è «un'opportunità fondamentale che, tuttavia, non è ancora adeguatamente conosciuta dalla popolazione».

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