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Buon compleanno Ornella: tra cadute e rinascite, i 60 anni della Muti

ROMA. Per anni volto e simbolo del cinema italiano, ha debuttato al cinema a soli 14 anni; una rivista americana l'ha incoronata qualche anno fa l'attrice di film di fantascienza più bella di ogni tempo (per Flash Gordon di Mike Hodges era la Principessa Aura, figlia di Max von Sydow); ma è finita anche sulla copertina di Time e a soli 28 anni ha calcato il palco più ambito di Hollywood per consegnare l'Oscar al miglior film straniero. Nella sua carriera ha girato quasi 200 pellicole. Francesca Romana Rivelli, in arte Ornella Muti, spegne 60 candeline oggi, ma il tempo con lei, nonostante una vita come le montagne russe, è stato particolarmente generoso: dimostra, va detto, 25 anni di meno.

Nemmeno la carriera professionale sembra arrestarsi: torna nei prossimi giorni sul set in un horror spagnolo diretto da Fran Kapilla. Ha appena terminato le riprese da protagonista di «Checkmate» («Scacco matto»), film inglese del regista Jason Bradbury, al suo fianco Sian Phillips (vincitrice di un Golden Globe) e Achlam Nieober. Nel film Muti interpreta una strega che giocando una partita a scacchi con la sorella deciderà le sorti e la vita di una coppia di innamorati. Tra i progetti futuri un film in Argentina al fianco di John Malkovich (con cui aveva già recitato nel 2001 in Hotel ndr). Insomma se nel suo paese lavora poco, a livello internazionale, dove ha calcato i set di mezzo mondo (dagli Usa, alla Francia alla Spagna anche diretta da un regista del calibro di Vincent Aranta nell'Amante nel 1993) per l'attrice italiana si può parlare di una nuova rinascita.

Le cronache italiane invece sono tornate a occuparsi di lei per una vicenda che risale al 2010, passata nei giorni scorsi a sentenza (è stata condannata per i reati di truffa e induzione al falso): l'attrice, che avrebbe dovuto recitare da protagonista nell«Ebreò, presentò un certificato che attestava una laringotracheite e lo spettacolo, previsto il 10 dicembre di quell'anno al Teatro Comunale Verdi di Pordenone, non andò in scena. Ma negli stessi giorni apparve ad un cena in Russia accanto al presidente Putin.

Nata il 9 marzo del 1955, Ornella Muti impara presto a convivere con due culture: quella del padre, un giornalista napoletano, e quella della mamma, una scultrice estone, che conserva la nostalgia della sua terra. Gli occhi blu cobalto e il volto di porcellana, la fanno diventare subito una diva quando esordisce nel cinema a 14 anni con La moglie più bella (1970) di Damiano Damiani che le suggerisce quel nome d'arte che diventerà un marchio di fabbrica. L'incontro professionalmente più importante nel 1974, l'anno di Romanzo popolare di Mario Monicelli, con Ugo Tognazzi. E se nel corso della sua carriera transiterà per Hollywood, passando dalle astronavi di Flash Gordon ai costumi dell'Odette di Marcel Proust in Un amore di Swann insieme a Jeremy Irons, Fanny Ardant, Alain Delon, le sue prove più significative resteranno quelle con i registi italiani, Marco Ferreri in primo luogo. Con L'ultima donna e Storie d'ordinaria follia, ha modo di affrontare due ruoli intensi, fino all'ultimo film girato con il regista, Il futuro è donna (1984). E ancora Come una rosa al naso di Franco Rossi, con Vittorio Gassman; La stanza del vescovo e Primo amore, entrambi di Dino Risi, nuovamente al con Ugo Tognazzi; I nuovi mostri di Monicelli-Risi-Scola, candidato al Premio Oscar quale Miglior film straniero nel 1978. Nel 1982 viene scelta come madrina per consegnare A Los Angeles l'Oscar (di una bellezza sconvolgente, aveva 28 anni) al miglior film straniero vinto dalla pellicola Mephisto di Istvan Szabo con protagonista Klaus Maria Brandauer: è lei ad aprire la busta e ad annunciare in inglese il vincitore. Tra le ultime prove un cammeo nel film di Woody Allen To Rome with love (2012).

Nella vita è sempre stata una mamma chioccia. Tre figlie, Naike Rivelli, Andrea e Carolina (figli dell'ex marito Federico Facchinetti). Due nipoti, Akash e Alessandro. Naike ha inciso anche un disco, ma si fa più che altro notare per la sua mania di pubblicare su social selfie bollenti, ma Ornella non dà peso.

Tra i suoi film Il bisbetico domato e Innamorato pazzo (con Adriano Celentano con cui si narra l'attrice abbia avuto un flirt); Tutta colpa del Paradiso (Francesco Nuti), Io e mia sorella (Carlo Verdone, Nastro d'argento come miglior attrice protagonista), il regista la dirige anche in Stasera a casa di Alice; Codice privato (Maselli, ancora Nastro). Muti ha recitato anche al fianco di Sylvester Stallone (in Oscar - Un fidanzato per due figlie), è stata diretta da Francesco Rosi in Cronaca di una morte annunciata con Rupert Everett e ancora nel Frullo del passero con Philippe Noiret. È stata protagonista dell'episodio 'La domenica specialmente' di Giuseppe Bertolucci.

Ma anche tanta tv tra cui Il conte di Montecristo con Gerard Depardieu; con Christian De Sica il fortunato telefilm Lo zio d'America; Domani (2001) di Francesca Archibugi. Il regista cileno Miguel Littin di Terra del fuoco (2000) la trasporta nella Patagonia per raccontare lo sterminio degli indios e le avventure dei cercatori d'oro. Ha recitato anche in tre film di Peter Greenaway. Nel 2005 è madre e nonna glaciale in Ingannevole è il cuore più di ogni cosa di Asia Argento, tratto dal duro romanzo di J.T. Leroy.

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