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Renato Zero: sorprendo ancora i miei "sorcini" - Foto

ROMA. «Un tempo mi voltavo dalla mia motocicletta e vedevo i ragazzi con le vespe e i motorini che
sfrecciavano dietro di me per strapparmi una carezza, un sorriso, una parola: fu allora che io li battezzai "sorcini" perchè correvano proprio come dei topini. Oggi sono corsi lo stesso, magari questo pifferaio magico li ha sorpresi ancora una volta: mi auguro di sì perchè io voglio molto bene ai giovani».

Renato Zero ha premiato gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di Roma e Provincia vincitori del concorso «Zero in letteratura, percorsi poetici e sociali di Renato Zero». Le maschere, l'infanzia, l'immigrazione i temi più scelti dai ragazzi che hanno ricevuto il riconoscimento a La Pelanda di
Roma, dove è allestita la retrospettiva «Zero» sulla vita artistica del cantautore.«Ti senti un po' un naufrago in questa società?», ha chiesto Renato Zero a uno degli studenti premiati:

«Se uno grida perchè ha bisogno - ha detto, in riferimento alla tragedia dei migranti - dall'altra sponda ci deve essere qualcuno che interviene. Ma anche per voi è la stessa cosa: quando avete un problema, non tacete altrimenti tutto rimane com'è e quelle persone che non hanno il senso della misura cresceranno sempre più violente e sempre più motivate».

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