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Versi e non canzoni, ecco il jukebox... poetico

PRAGA. Invece delle canzoni, schiacciando un pulsante si ascoltano i versi dei maggiori poeti cechi, declamati dalla loro voce: grazie a un inedito "jukebox", in funzione  nel centro di Praga. L'idea è venuta al proprietario di un caffè, che intende lanciare questo progetto poetico anche in altre città: a Berlino, ad esempio, a Bratislava, a Kiev in primavera, sognando di approdare, prima o poi, a New York. Ondrej Kobza era già piuttosto noto per aver arricchito il paesaggio urbano della capitale ceca e di altre città del suo paese con i pianoforti e i tavolini da scacchi, installati in diversi luoghi pubblici. Ora, in piazza Namesti Miru (la Piazza della Pace), a Praga, è a disposizione dei passanti un "Poesiomat", macchina automatica che declama poesie di importanti autori cechi.

"Centinaia di persone si fermano da ieri alle ore di punta per ascoltare poesie: scelgono soprattutto quelle di Seifert e Bondy", ha detto con orgoglio all'ANSA lo stesso Kobza. Jaroslav Seifert (1901-1986), il premio Nobel 1984, e Egon Bondy (1930-2007), rappresentante della cultura undergroud della Repubblica ceca, fanno parte dell'elenco di venti poeti, le cui opere sono proposte gratuitamente ai passanti. Basta schiacciare un pulsante e, da un tubo di metallo che affiora in mezzo a un prato, (una sorta di periscopio da sommergibile) si può ascoltare la registrazione delle voci autentiche dei poeti, quali Vladimir Holan, Jachym Topol, Ivan Martin Jirous e altri mentre declamano le loro poesie.

La realizzazione del progetto è costata 200 000 corone ceche (circa 8 000 euro): un finanziamento è stato possibile grazie ai contributi della gente che ha trovato interessante il progetto. "L'idea è nata circa un anno fa. Dopo i pianoforti e le scacchiere mi sono chiesto cos'altro si potesse fare per animare il grigiore dello spazio pubblico e dare piacere alla gente. Ho visto tubi simili a Parigi. Volevo qualcosa di non troppo vistoso, di intimo", ha raccontato. Il "poesiomat" di Praga è il primo a entrare in funzione, ma Kobza ne ha in mente almeno altri cinque.

"Se avessi la possibilità di collocare un jukebox di poesie in Italia, ci metterei o le traduzioni in italiano dei poeti cechi o la più bella poesia italiana". Le realizzazioni di Kobza, nella Repubblica ceca, hanno successo. I pianoforti, apparsi nel 2013 in oltre trenta città, sono diventati popolari dopo che un poliziotto musicista ha corso il rischio di essere licenziato a causa dell'incapacità di resistere alla tentazione di suonare, mentre era in servizio sotto i portici della sede dell'Università di Praga. E milioni di internauti di tutto il mondo hanno visto su internet un turista libanese che ha suonato "Per Elisa" di Beethoven all'aeroporto Vaclav Havel, e il senzatetto che vicino al palazzo concerti di Rudolfinum suonava brillantemente la Moldava (Vltava) del compositore ceco Bedrich Smetana. La scorsa estate Kobza ha tirato fuori un'altra idea: i suoi tavolini a scacchi sono spuntati in sei luoghi pubblici della capitale. "Non sono tante le idee che invitano la gente di tutte le generazioni ad incontrarsi nello spazio pubblico, queste funzionano", ha concluso

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