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Inps, Boeri: reddito minimo e pensioni anticipate ma più leggere

Sono le due proposte lanciate dal neopresidente dell' istituto Tito Boeri

ROMA. «Reddito minimo per contrastare le situazioni di povertà» e «forme di flessibilità» sull'età di uscita anticipata dal lavoro, con pensioni proporzionalmente più leggere. Sono le due proposte lanciate dal neopresidente dell' Inps, Tito Boeri, in un'intervista che apre oggi la prima pagina del Corriere della Sera.

Due idee da accompagnare al taglio delle direzioni centrali, «che sono troppe, una cinquantina», al cambio di governance dell' Istituto, con un cda di tre membri e un Civ (consiglio di indirizzo e vigilanza) più «snello» e senza «funzioni di cogestione», e a un'operazione trasparenza, con un 'pin' di accesso al proprio conto sul sito dell'Inps in modo che tutti possano conoscere la propria situazione: nel 2015 sarà una «possibilità» per tutti i dipendenti privati e nel 2016 per i parasubordinati.

Il neopresidente assicura che non c'è da preoccuparsi per il deficit da 6,7 miliardi 'ereditato' dall'Inpdap: «Lo squilibrio verrà gradualmente riassorbito».

A suo giudizio è da avviare una riflessione sulle spese assistenziali, «per affrontare l'aumento della povertà che, in questi anni di crisi, ha colpito di più le fasce d'età prima del pensionamento».

«Bisognerebbe insomma spendere meglio le risorse pubbliche - prosegue - prevedendo per esempio un reddito minimo per contrastare le situazioni di povertà, finanziato dalla fiscalità generale. Poi, dal lato della previdenza, è chiaro che, usando il calcolo contributivo, si potrebbero introdurre forme di flessibilità». «Ma prima - precisa - bisogna convincere la Commissione europea perchè purtroppo i conti pubblici vengono considerati nella loro dimensione annuale anzichè sul medio-lungo periodo».

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