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Alveari nel mirino in Sicilia: in aumento i furti di api

PALERMO. Dalle Madonie e fino al Siracusano, questo è uno dei periodi dell'anno in cui avvengono i maggiori furti di api. Le cause possono essere molteplici: dal periodo di impollinazione che si avvicina o dalla voglia di ricostruirsi le proprie famiglie di api sterminate dal cattivo tempo durante il periodo invernale. «Ci sono bande che rubano gli alveari di un apiario intero, - spiega un apicoltore di Termini Imerese, Carlo Amodeo -. I ladri, smembrano la famiglia di api in tante cassettine e le rivendono sottocosto a chi le richiede». Ad acquistarle possono essere coltivatori che ne hanno bisogno per le impollinazioni, ma non sanno di aver acquistato qualcosa di rubato.

«Ci giungono numerose segnalazioni – segnala invece il presidente di Fai Sicilia, la Federazione degli apicoltori aderente a Confagricoltura, Vincenzo Stampa - ma siamo sicuri di ritenere che il fenomeno sia molto più vasto in quanto non tutti i reati vengono ufficialmente denunciati. Una situazione che in quest’ultimo periodo ha fatto registrare un picco nel numero degli alveari trafugati e che ci fa ritenere l’esistenza di un canale clandestino per la ricettazione delle arnie».

Un modo per scongiurare questo fenomeno è quello di utilizzare rilevatori satellitari. Ecco che - una volta portato via l'alveare - squilla il telefono all'apicoltore.

«Installare un antifurto satellitare conviene sempre - spiega Michele Barbagallo, presidente della cooperativa Colibrì a Solarino, nel Siracusano -. Investendo 350 euro su un sistema di allarme, si può proteggere il proprio alveare dai raid. Il problema dei furti è antico, probabilmente oggi c'e maggiore sensibilità. E poi anche i carabinieri fanno controlli e conoscono bene il problema».

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