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Salvini in piazza a Roma ma tratta con Berlusconi

Tutto, in ogni caso, verrà deciso dopo lunedì, quando si riunirà il consiglio federale leghista. Solo allora Salvini, e soprattutto Silvio Berlusconi, scioglieranno le riserve sul da farsi

ROMA. In piazza da solo, per ribadire il ruolo di anti-Renzi in un sabato che si preannuncia «caldissimo»: è tutto pronto per la «discesa» del segretario della Lega Matteo Salvini a Roma, nella centralissima Piazza del Popolo che, stando ai numeri fatti filtrare dal Carroccio, si profila gremita. Ma la prova di forza della Lega - in piazza anche con Casapound - è ben lontana dal sotterrare l'ipotesi di alleanza con FI, a cominciare da quel Veneto dove persiste il rebus legato alle scelte del 'ribellè Flavio Tosi. È dal Veneto, comunque, che partirà il gioco d'incastri per la definizione delle alleanze di un centrodestra nel quale se Ncd alza la posta, complice il suo 'pesò in Campania, Salvini inoltra all'ex premier un vero e proprio aut-aut: «o me o Alfano».

Tutto, in ogni caso, verrà deciso dopo lunedì, quando si riunirà il consiglio federale leghista. Solo allora Salvini, e soprattutto Silvio Berlusconi, scioglieranno le riserve sul da farsi mentre, per ora, l'ex premier, sembra quasi svolgere un ruolo di 'mediatorè tra i due fuochi, quello leghista e quello alfaniano. «Per le Regionali FI e Lega si alleeranno», assicura su Twitter la 'fedelissimà dell'ex Cavaliere, Licia Ronzulli facendo intendere che la partita su scala nazionale è ben diversa da quella regionale. Dove, in vista del voto del 10 maggio, Veneto e Campania restano legati da un 'filo diretto'. Un'alleanza tra FI e Lega nel segno di Luca Zaia potrebbe infatti allontanare la terza 'testà della coalizione di centrodestra, Ncd. Gli alfaniani continuano a mal digerire un sodalizio con la Lega («L'Italia non va avanti sparando 'salvinatè ma facendo cose sensate», osserva ancora oggi Angelino Alfano) e se - ma al momento l'ipotesi sembra lontana - Tosi optasse per una candidatura solitaria nel segno della Liga veneta è probabile che, assieme a Italia Unica,  garantirebbero il loro appoggio al sindaco di Verona.

Servirà invece più tempo - e il paziente lavoro dei 'pontieri' azzurri - per convincere Ncd a sostenere un'alleanza Lega-FI nel segno di Zaia. Con una postilla, di non poco conto: Ncd, guardando al Veneto, resta prudente in Campania, dove gli alfaniani vantano un certo 'pesò elettorale. Non a caso l'incontro previsto per domani a Napoli tra Nunzia De Girolamo e i dirigenti campani del partito è stato rinviato, in attesa che Berlusconi sciolga gli ultimi nodi e che convochi i tavoli nazionali sulle Regionali.

E FI, per ora, prende tempo. «L'alleanza possibile per il Veneto è una sola: mentre sto parlando il governatore della Lega Zaia governa con un vice di Ncd e con una maggioranza in cui FI è fondamentale. Salvini smetta di porre veti a casaccio», osserva il consigliere politico azzurro Giovanni Toti, oggi prima in Veneto e poi in Friuli. Veneto, tra l'altro, battuto a tappeto in queste ore anche dal 'ribellè azzurro Raffaele Fitto e dai suoi Ricostruttori che in Puglia non compariranno tra le candidature FI che fanno capo a Francesco Schittulli, sostenuto invece da Ncd.

Ma è su Stefano Caldoro, in Campania, che Berlusconi punta buona parte delle sue fiche e uno strappo con Ncd (con una parte di Udc vicina al candidato alle primarie Pd Vincenzo De Luca) potrebbe rendere ben più difficile una vittoria. Vittoria che, invece, la Lega professa di seguire anche da sola in Veneto. E domani, a Roma, a parlare saranno Salvini e Zaia, in una manifestazione - che vedrà anche Casapound in piazza - a rischio scontri e che già nella sua vigilia ha visto disordini con protagonisti i movimenti sociali. Disordini sul quale Salvini taglia corto: «non sono italiani, sono 4 balordi dei centri sociali».

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