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«È reale il rischio di un attacco, l'Italia non lo sottovaluti: con i lupi solitari siamo in prima linea»

Graziani: "Geograficamente siamo in prima linea, ci separano poche miglia dalla Libia. Ma il pericolo maggiore è legato ai cani sciolti"

«Il rischio di un attacco all’Italia è reale e non va sottovalutato. Geograficamente siamo in prima linea, ci separano poche miglia dalla Libia. Ma il pericolo maggiore è legato ai cani sciolti, a quei cosiddetti “lupi solitari” cui si è fatto riferimento più volte nelle settimane scorse». Lo afferma Tiberio Graziani, fondatore e presidente dell’Isag, l’Istituto di alti studi in Geopolitica e scienze ausiliarie.

Ieri i Servizi segreti nella relazione del Dis al parlamento hanno ribadito che attualmente non sono emerse «attività o pianificazioni» di attacchi all’Italia, ma il nostro Paese è un «potenziale obiettivo» di attacchi terroristici. «La retorica delle ultime settimane da parte dell’Isis riguardo alla conquista di Roma è indicativa in questo senso», prosegue il presidente dell’Isag. L’istituto ha dedicato l’ultimo numero della rivista Geopolitica al tema «L’Islam Politico alla prova del potere».

L’Italia è considerato un potenziale obiettivo di attacchi terroristici anche per la sua valenza simbolica di epicentro della cristianità. C’è un rischio concreto?

«Il rischio c’è. Proprio qualche giorno fa Alessandro Pansa, capo della polizia, ha lanciato una sorta di allerta, in maniera discreta. Occorre stare molto attenti perché ci si può aspettare di tutto, puntando l’attenzione sui foreign fighters. L’Italia non riesce a capire una cosa importante: ha una posizione geografica che le dà delle responsabilità. E se queste non vengono prese poi si paga. E si paga in termini storici. Non si conclude il tutto in un arco temporale ristretto. Sono cose che poi vanno avanti per decenni».

Ma nell’immediato, quali sono i pericoli? Di cosa ci si deve preoccupare?

«Ci si deve preoccupare soprattutto dei cani sciolti, di coloro che sono stati definiti “lupi solitari”. E tra questi non si esclude che possano esserci anche donne. L’Isis riesce a esercitare un forte potere di persuasione attraverso filmati, soprattutto attraverso eventi eclatanti come lo sgozzamento dei prigionieri o la distruzione di statue».

 

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