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Agenzia delle Entrate: soffiate con le denunce anonime fra colleghi

La procedura, che prevede forme di tutela per chi invia le segnalazioni, è stata attivata dalla Agenzia che ha fornito le indicazioni tecniche ai propri dipendenti in un manualetto di 14 pagine

ROMA. Attacco senza quartiere alla corruzione. L'Agenzia delle Entrate brucia sul tempo le altre amministrazioni pubbliche e si adegua alle regole fissate dall'Autorità guidata da Raffaele Cantone. Attiva così una procedura per rendere effettivo l'uso di 'soffiate' da parte del personale interno. Niente delazioni, ma una meccanismo previsto anche dal codice della P. A. e che viene utilizzato in molti altri paesi - in primis dall'Irs, il fisco Usa - che si chiama tecnicamente ''Whistlerblowing'' (soffio nel fischietto).

Non a caso il più famoso confidente ad usare questo strumento è stato Hervè Falciani, che ha diffuso la lista dei clienti (spesso in fuga dal fisco) della filiale ginevrina della banca Hsbc. La procedura, che prevede forme di tutela per chi invia le segnalazioni, è stata attivata dalle Entrate che ha fornito le indicazioni tecniche ai propri dipendenti in un manualetto di 14 pagine. La ''numero 1'' dell'Agenzia, Rossella Orlandi, l'ha accompagnato con una lettera ai propri dipendenti pubblicata sull'intranet. ''Il messaggio - ha scritto - è: noi contro la corruzione''.

La filosofia dell'operazione è scritta nera su bianco: ''Se intendiamo perseguire davvero la lotta all'illegalità fiscale, noi per primi dobbiamo essere l'emblema della legalità e dell'onestà che quell'impegno domanda. Nessuno deve nutrire dubbi su di noi né tanto meno sul nostro modo di operare, di servire il Paese. Il sonno dell'etica non ci è consentito, così come non c'e' permesso di optare per un sentimento d'onestà magari a tempo determinato, o peggio, a intermittenza''.

L'annuncio dell'attivazione del Whistlerblowing era stato dato dalla stessa Orlandi e dal commissario anti-corruzione Raffaele Cantone a L'Aquila, un posto tristemente evocativo di come la corruzione si insinui nelle tragedie, sradicando il vivere sociale. L'iniziativa piace al commissario anti-corruzione: ''Iniziativa utile e da estendere'', commenta spiegando che anche l'autorità ha iniziato a ricevere segnalazioni. Ora i dipendenti hanno a disposizione una e-mail e un apposito spazio sulla pagina intranet, che arriva ad un team ristretto impegnato sull'anticorruzione.

Ovviamente è tutto regolato nel dettaglio. Le segnalazioni non possono riguardare ''rimostranze di carattere personale o richieste che attengono alla disciplina del rapporto di lavoro o ai rapporti con i superiori o altri colleghi''. Le indicazioni devono essere attente, magari corredate di documentazione, sicuramente in buona fede. Non bisogna per forza avere prove di tipo penale e si possono segnalare anche comportamenti e irregolarità di gestione. Qualche esempio? Accessi indebiti agli archivi informatici, irregolarità nell'uso del badge per le presenze, rapporti o contatti ricorrenti con uno stesso consulente, richieste o interessamenti reiterati da parti di colleghi su specifici fascicoli.

L'indicazione delle generalità di chi denuncia non è obbligatori ma - è scritto nella mini-guida - ''si auspica il ricorso a segnalazioni nominative in coerenza con le finalità del Whistleblowing che è quella di dare espressione al senso civico di ogni dipendente''. In ogni caso sono previste forme di forte protezione: le informazioni saranno criptate e solo pochissimi vi avranno accesso. Chi fa segnalazioni avrà la tutela dell'anonimato, anche nel caso in cui scatti una denuncia penale. A farla sarà l'amministrazione. Con una sola deroga: il superamento dell'anonimato sarà possibile solo quando questo impedisce la difesa di chi è invece accusato.

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