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Accordo tra Italia e Svizzera, fine del segreto bancario

A siglarlo il ministro Pier Carlo Padoan e il consigliere federale Widmer Schulumps. Varato qualche giorno fa, le norme saranno applicabili dopo l'entrata in vigore, a decorrere dalla data della firma

MILANO. Italia e Svizzera hanno firmato l'accordo in materia fiscale. A siglarlo il ministro Pier Carlo Padoan e il consigliere federale Widmer Schulumps.

La firma  dell'accordo con la Svizzera era già stata annunciata qualche giorno fa dal ministro Padoan: «Dopo un negoziato molto duro, ma importante perchè elimina tutte le barriere all'informazione segna la fine del segreto bancario», sostiene Pier Carlo Padoan.

«I paesi che aderiscono abbattono la possibilità di avere un segreto bancario, è mutualizzazione delle informazioni».

L'accordo consente «immediatamente» alle autorità italiane di individuare potenziali evasori che detengono patrimoni in territorio svizzero e, secondo il Mef, sarà quindi di stimolo al rientro con la voluntary disclosure.

L'intesa, siglata oggi, prevede due documenti: «Un primo giuridico che ora va all'esame dei due Parlamenti ed un altro politico - spiega Padoan - sulla road map da seguire per definire ulteriori questioni quali transfrontalieri e Campione d'Italia».

Il ministro aggiunge poi che «questo accordo si inquadra in un processo internazionale che è andato assumendo grande importanza nel corso degli ultimi anni sotto la guida dell'Ocse e del G20».

Padoan sottolinea inoltre che «si pongono le condizioni per una maggiore trasparenza e fiducia tra i contribuenti e l'amministrazione. Si rende poi più amichevole ed efficiente la gestione delle questioni fiscali».

La Svizzera non sarà più un 'paradiso fiscale'. Con l'accordo che e' stato raggiunto dopo tre anni di negoziati si sancisce infatti lo scambio di informazioni tra Italia e federazione elvetica. Ma si traccia anche la road map per risolvere altri nodi aperti da tempo con Berna, a partire dalla questione di Campione d'Italia, all'uscita della confederazione dalle blacklist.

Un accordo che per il Tesoro italiano segna un'epoca nuova nei rapporti con la federazione elvetica che permettera' "di rafforzare la cooperazione, migliorare e sviluppare in un clima costruttivo le relazioni bilaterali, in particolare quelle economiche".

Con il nuovo accordo   i due Paesi potranno scambiarsi  "a richiesta" informazioni, andando a modificare l'attuale Convenzione sulla doppia imposizione Italia-Svizzera, riprendendo lo standard dell'Ocse per lo scambio di informazioni su richiesta.

Il Protocollo, varato qualche giorno fa, è  applicabile dopo l'entrata in vigore, a decorrere dalla data della firma. Il nuovo testo andrà sottoposto alla ratifica dei due parlamenti. L'intero processo avrà quindi bisogno di un anno o due per essere completato.

Con l'entrata in vigore del Protocollo, la Svizzera sarà rimossa dalle liste che considerano come criterio unicamente l'assenza dello scambio automatico di informazioni. Quando gli attuali regimi fiscali privilegiati svizzeri saranno aboliti o resi conformi con gli standard internazionali, saranno rimossi dalle liste italiane. Di fatto per il rimpatrio dei capitali, previsto dalla voluntary disclosure, la Svizzera già rientra nella White List, consentendo una maggiore convenienza alla sanatoria e quindi favorendo il successo dell'operazione.

Nella road map dovrebbe essere delineata anche l'intesa politica sullo status doganale dell'enclave comasca in Svizzera, su cui però ancora ci sarebbero dei problemi.

Le autorità competenti proseguiranno a breve termine le discussioni finalizzate alla ricerca di soluzioni pragmatiche per singoli aspetti legati all'imposizione indiretta, mentre a piu' lungo termine verranno ricercate le soluzioni concernenti le altre questioni fiscali e non fiscali dell'enclave

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