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Mezzogiorno, Cisl: "Non serve nuovo ministero ma investimenti"

Sul Job Act il segretario Annamaria Furlan afferma che qualche segnale positivo c'è ma non basta

ROMA. «Si deve ripartire dallo sviluppo. Solo così il Paese intero uscirà dalla crisi. Non serve un ministero per il Sud se non c'è una programmazione di investimenti seri. Il ministero serve se innanzi tutto il tema della crescita del Sud diventa la priorità nell'agenda del governo e di tutto il Paese». Lo ha sostenuto il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan, oggi a Cosenza, in merito agli interventi necessari al Mezzogiorno. «Quello che proponiamo sulla Calabria - ha aggiunto - è quello che proponiamo per tutto il Sud, affrontare le questioni di cui da tempo nessuno si occupa: quelle infrastrutturali, quelle legate all'economia reale del Sud».

«Qualche segnale positivo c'è, ma questo non basta. Dobbiamo concentrarci sulla crescita, sullo sviluppo e sul lavoro con un patto sociale importante tra le istituzioni e chi rappresenta il lavoro. Solo così si esce dalla crisi». Lo ha detto Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, in merito al Jobs Act, a margine di una manifestazione a Cosenza. «Credo - ha aggiunto - che il governo debba fare cose serie per superare la precarietà nel nostro Paese. Ieri c'è stato questo momento di confronto, certamente non deve essere l'ultimo. Noi vedremo la serietà del provvedimento in base a quanto il contratto a tutele crescenti, che è un contratto a tempo indeterminato, saprà assorbire tutte le forme di precarietà che abbiamo così numerose. Abbiamo tante false partite Iva e tante forme di lavoro falsamente autonomo, ma autenticamente subordinato e mal pagato, quindi il jobs act deve risolvere questa situazione».

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