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Caccia a 16 esperti per i fondi Ue ma l'atto di interpello non si trova

Senza quel documento potrebbe essere annullata la procedura di selezione dei 16 esperti esterni al dipartimento regionale della Pesca

PALERMO. L’interpello c’è, dicono, ma non si vede. La differenza non è di poco conto: senza quel documento potrebbe essere annullata la procedura di selezione dei 16 esperti esterni al dipartimento regionale della Pesca.

Il caso è stato sollevato dai Cobas-Codir Sadirs, che hanno inviato una richiesta di accesso agli atti alla dirigente generale della Funzione pubblica, Luciana Giammanco, chiedendo proprio di poter visionare l’atto di interpello risalente allo scorso mese di marzo. La vicenda riguarda la selezione di personale che dovrebbe lavorare alla spesa dei fondi comunitari del settore della pesca. Un iter che va avanti da quasi un anno. Lo scorso mese di marzo il dipartimento della Pesca ha chiesto alla Funzione pubblica di cercare, tramite un atto di interpello, se all’interno degli uffici c’erano dipendenti con le professionalità necessarie a occuparsi di spesa di fondi comunitari.

Non avendo avuto esito positivo, nei giorni scorsi il nuovo dirigente generale che nel frattempo si è insediato, Dario Cartabellotta, ha proceduto pubblicando un avviso pubblico aperti a tutti. Ben 16 i posti da coprire fino a novembre, per un compenso lordo mensile che varia da 1.800 a 2.300 euro in base al tipo di incarico. Il bando è scaduto sabato scorso ma adesso rischia di essere ben presto annullato: i Cobas-Codir e Sadirs, che hanno criticato il ricorso a personale esterno, hanno chiesto di poter visionare quell’atto di interpello e il relativo risultato. A loro avviso sul sito internet quel documento non è pubblicato.

E senza atto di interpello il ricorso a esperti esterni sarebbe illegittimo. La dirigente generale della Funzione pubblica ha annunciato che verificherà presto la situazione mentre il dirigente della Pesca, Dario Cartabellotta, insediatosi solo da poco, assicura di avere seguito tutte le procedure di legge. Come ha precisato nei giorni scorsi, infatti, “una parte dei fondi comunitari pari a 500 mila euro è vincolata proprio all’assistenza tecnica.

Se non intervenivamo reclutando noi gli esperti, lo avrebbe fatto il ministero. Abbiamo preferito avvalerci di singoli professionisti per dare un’occasione di lavoro a tanti giovani laureati”. Per i partecipanti all’avviso, però, il rischio è di perdere questa occasione se le verifiche sull’iter saranno negative.

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