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Borsellino all’Ars: Nicole si poteva salvare

L’assessore in aula: profondo senso di costernazione e amarezza, tanto più perché ho avuto il dono di essere madre

PALERMO. “C’è un’esigenza di verità della famiglia e dell’opinione pubblica. Far luce su quanto accaduto è un dovere indipendentemente dall’esito delle inchieste giudiziarie. Si impone una verifica su quanto è successo e sugli indirizzi di programmazione sanitaria nazionale e regionale. Non posso non manifestare anche sul piano personale un profondo senso di costernazione e amarezza, tanto più perché ho avuto il dono di essere madre. Quello che è successo lascia increduli per la dinamica con cui si è consumato. Ho espresso alla famiglia la mia vicinanza”: lo ha detto l’assessore alla Sanità, Lucia Borsellino, aprendo la seduta all’Ars sul caso della piccola Nicole, la neonata morta a Catania subito dopo la nascita.

“Negli ultimi 5 anni abbiamo profuso un grande impegno per la sanità per garantire un’assistenza improntata a efficienza – ha proseguito la Borsellino -. Voglio una sanità che sia un baluardo per i cittadini. E’ innegabile che oggi il sistema sanitario regionale, nonostante i passi avanti riconosciuti dal ministero, si stia ancora muovendo fra non poche difficoltà rispetto agli obiettivi attesi. A fronte di risultati straordinari conseguiti sul piano finanziario, raggiunti tagliando gli sprechi, siamo ancora impegnati in un forte rinnovamento strutturale e infrastrutturale per migliorare i livelli di qualità delle cure per allinearci alla media nazionale. Malgrado ciò non può dirsi definitivamente scongiurato il rischio di un ritorno ai piani di rientro, che sarebbero al limite della sostenibilità per i livelli essenziali di assistenza”.

"HO INFORMATO IO IL MINISTRO". "Ho appreso della morte della neonata dalla stampa mentre ero al ministero della Salute e ho informato io i direttori generali degli ospedali di Catania e dell'Asp e poi in serata ho anche informato il ministro, chiedendo subito di poter effettuare una ispezione congiunta". Lo dice l'assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, riferendo al Parlamento siciliano sul caso della piccole Nicole, la neonata morta mentre veniva trasferita in ambulanza a Ragusa perché a Catania non c'erano posti letto disponibili nella rianimazione infantile. “Nel giro di poche ore - aggiunge l'assessore - ho appreso sempre dalla stampa che il ministro avrebbe mandato ispettori per fare luce sui livelli essenziali di assistenza". "Si è paventato il commissariamento" della sanità da parte del ministro Beatrice Lorenzin "mentre gli uffici della Regione stavano ancora raccogliendo informazioni" sulla morte della piccola Nicole, deceduta in ambulanza durante il trasferimento a Ragusa perché a Catania non c'erano posti nella rianimazione.

"SI POTEVA SALVARE". L'ambulanza con a bordo la piccola Nicole, secondo quanto riferisce l'assessore, è partita dalla clinica Gibiino di Catania per Ragusa un'ora e 30 minuti dopo la nascita della bimba. "La piccola Nicole si sarebbe potuta salvare se fosse stata portata subito al pronto soccorso di un ospedale", che per legge "ha l'obbligo di accogliere un codice rosso" al di là della disponibilità di posti letto. La Regione non conosce l'orario della morte della piccola Nicole, perché il medico che l'ha fatta nascere "non ha voluto parlare con i funzionari della Regione che fanno parte della commissione congiunta col ministero".

L'assessore considera un "elemento rilevante" le ragioni "per le quali non si sia ritenuto da parte della casa di cura, attesa l'indisponibilità di posti letto e la gravità della circostanza, di portare la bambina al pronto soccorso di uno dei tre nosocomi" di Catania. Un punto questo "che allo stato delle attività condotte dall'assessorato direttamente e dalla commissione congiunta ministero-Regione-Nas non è stato possibile accertare".

Comunque, sostiene l'assessore, "una struttura ospedaliera sede di centro hub non può rimanere ancorata al sistema del posto letto disponibile ma debba riferirsi alla 'presa in carico' del paziente alla sua accoglienza e poi deciderne l'eventuale trasferimento". E sottolinea che "i posti letto, in caso di condizioni particolari di urgenza e di necessità, possono essere aumentati al bisogno, sulla base di disposizioni dell'accettante o della direzione sanitaria". "Inoltre - prosegue - il rifiuto al ricovero per mancanza di posti letto è illecito e configura il reato di omissione di soccorso e di omissioni di atti d'ufficio, è ipotizzabile inoltre il reato di interruzione di servizio di pubblica necessità".

REGIONE PARTE OFFESA. "La Regione si considera parte danneggiata e offesa nel procedimento in essere aperto dalle Procure di Ragusa e Catania, l'ho già comunicato ai magistrati". Lo dice l'assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, riferendo in Parlamento regionale sul caso della piccola Nicole.   "Mi riservo di nominare un tecnico di parte", aggiunge. Sull'ambulanza privata della 'Croce Verde" che ha preso in carico la piccola Nicole su richiesta della clinica Gibiino, c'era la stessa equipe medica che aveva fatto nascere la bimba. Così l'assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, riferendo all'Assemblea regionale sulla morte della neonata. Deputati in piedi e applausi quando l'assessore alla Salute, Lucia Borsellino, ha concluso la relazione.

CROCETTA: DIMISSIONI RIENTRATE. "Dimissioni Borsellino? Le consideriamo rientrate". Così all'ANSA il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, al termine della relazione al Parlamento siciliano dell'assessore alla Salute Lucia Borsellino sul caso della neonata morta. "Trasmetteremo alle Procure di Catania e Ragusa la relazione durissima fatta al Parlamento regionale dall'assessore Borsellino sulla morte della piccola Nicole".

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