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Riforme, Gotor: "Riprendere dialogo con Fi ma no a nuovi patti"

Il senatore non risparmia critiche al governo: «Il clima da saloon non aiuta le riforme», aggiunge, «sbaglia il governo a pensare di fare le riforme di notte, con l'Aula abbandonata dalle opposizioni»

ROMA. Occorre trovare «un nuovo baricentro riformatore, che parta dall'unità del Pd. Renzi ha il dovere di cercarla riprendendo il dialogo con le opposizioni, Berlusconi compreso. Non però nella posizione esclusiva e a tratti ricattatoria del patto del Nazareno». Così al Corriere della Sera il senatore del Pd Miguel Gotor. «Bisogna recuperare un po' di realismo se si vuole per davvero fare le riforme. Fino a oggi il baricentro era il patto del Nazareno, il rapporto esclusivo con Berlusconi e Verdini utilizzato come una clava da parte di Renzi. Anche contro di noi. Il premier usava quella rendita di posizione per dividere il Pd e usava la minoranza Pd per tenere a bada Berlusconi».

«Il clima da saloon non aiuta le riforme», aggiunge, «sbaglia il governo a pensare di fare le riforme di notte, con l'Aula abbandonata dalle opposizioni». «Se andiamo avanti con gufi e sorci verdi da un lato e con derive autoritarie dall'altro, il processo riformatore rischia di bloccarsi. E sarebbe controproducente, per il governo e per il Pd. Siamo tutti sulla stessa barca. Spero che il mese che ci separa dal voto finale rassereni il clima e aiuti a individuare i punti da tarare meglio». «Dovremmo anche dire che il Titolo V nel 2001 e il federalismo nel 2005, due riforme costituzionali caratterizzate da troppa fretta e da spallate di maggioranza, non sono state memorabili. Il governo e il Pd farebbero bene a non ripetere gli stessi errori. Non possiamo definire un tipo di democrazia oligarchico, dove pochi decidono e si autopromuovono tra loro».

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