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Lavoro nel turismo, Confesercenti: «Le aziende cercano figure specializzate»

A caccia di addetti alla reception. Ma devono conoscere almeno tre lingue e devono saper usare perfettamente il compute

PALERMO. «In Sicilia si cercano figure professionali nel settore del turismo, unico comparto che tiene in questo momento di crisi generale». Parola del presidente regionale di Confesercenti Vittorio Messina che, ieri, è stato ospite sia alla trasmissione radiotelevisiva Ditelo a Rgs, sia al notiziario di Tgs delle 13.50.

Le imprese siciliane, in questo momento critico per il commercio, che tipo di professionalità cercano?

«Desidero precisare, prima di tutto, che come Confesercenti rappresentiamo le piccole e medie imprese. In questo momento economico così difficile è il settore del turismo l’unico a offrire occasioni di lavoro, ma si ricerca personale specializzato. Le figure che mancano, in questo momento, sono gli addetti alla reception e alle cucine».

Sono diversi i ragazzi che escono dalle scuole alberghiere, eppure il settore turistico cerca gente. Come mai?

«È fondamentale, soprattutto per gli addetti alla reception, conoscere almeno tre lingue e saper usare perfettamente il computer. Spesso non è facile trovare figure con queste caratteristiche. Ma non solo. Le nostre scuole alberghiere sfornano nuovi talenti. Questi talenti, però, vanno a lavorare all'estero. Questo rappresenta una sconfitta per la Sicilia ma, allo stesso tempo, un grande motivo di orgoglio: vuol dire che formiamo gente qualificata e capace. Comunque, in questo momento di crisi economica, il comparto turismo è l'unico un po' più vivace. È il solo a dare non sico piccoli segnali di ripresa, ma almeno di tenuta».

Cosa chiedete alla politica oggi?

«Al potere politico chiediamo la certezza nelle scelte e la velocità nell'effettuare queste scelte. Altrimenti il mondo delle imprese, che è caratterizzato dalla dinamicità, pagherà un pegno sull'aumento occupazionale».

Certezza e velocità: è quello che il mondo delle imprese chiede. Ma il governo regionale che fa?

«Il governo regionale certezze, fino a questo momento, non ne ha date molte. Dobbiamo, però, sottolineare come ci sia stata un'apertura grazie ad alcuni assessori. L'assessore Bruno Caruso, ad esempio, ha dato la possibilità alle categorie datoriali di incontrare l'amministrazione per confrontarsi su questi piani occupazionali. L'assessore regionale alle Attività produttive Linda Vancheri, si è confrontata sul testo unico del commercio. Impegno nel settore turistico anche da parte dell'assessore Cleo Li Calzi. Però, oltre agli incontri e alle parole, ci aspettiamo delle scelte certe: oggi è il tempo di decidere».

Le figure professionali di cui diceva prima, si cercano in quali città siciliane?

«Sicuramente nel territorio catanese e palermitano, Ma anche nelle zone importanti come l'agglomerato di Taormina, nel territorio agrigentino. Devo dire che, a macchia di leopardo, in tutta l'Isola. La parte dei leoni, però, la fanno Catania e Palermo».

Confesercenti cosa sta facendo per rispondere alla crisi occupazionale?

«Il nostro è un osservatorio datoriale, non è un sindacato dei lavoratori. Siamo riusciti a contattare, in queste settimane, più di tremila imprese per il progetto europeo Garanzia Giovani. Di queste aziende contattate, ha risposto positivamente circa il 15 per cento. Per noi è un dato significativo. Ci stiamo impegnando molto. Sappiate, comunque, che l'occupazione la determinano sempre le imprese. Questo è un segnale importantissimo che, devo dire, va oltre il segnale di fiducia e di speranza. Consente alle aziende di riprendere, di ricominciare a pensare all'investimento. Investimento sulle risorse umane e sulla professionalizzazione dei lavoratori. Relativamente a Garanzia Giovani, abbiamo contattato queste imprese per far incontrare, nel migliore dei modi, la domanda con l'offerta. È chiaro che un po' di diffidenza c'è, soprattutto dopo l'esperienza passata del Piano Giovani. Il Piano Giovani, infatti, assieme a Garanzia Giovani rappresenterebbe per la nostra Isola, dove la disoccupazione giovanile supera il 30 per cento, uno strumento e un aiuto importante per i giovani in cerca di lavoro».

Le imprese, come ha detto lei, sono scoraggiate ad aderire a Garanzia Giovani. Insieme alla Regione state unendo le forze per fronteggiare questa situazione?

«L'emergenza del momento, parlo dal punto di vista economico, ci impone di trovare percorsi comuni ed essere tutti su un unico fronte: quello della responsabilità sia da parte della politica sia dalla parte datoriale. Bene, la caratteristica principale dell'imprenditore oggi è avere entusiasmo e speranza. Sono quei segnali che consentono alle imprese di dare una puntura di fiducia e di continuare a credere in quello che fanno. È importante in un momento economico devastante come quello che affrontiamo tutti i giorni».

Quotidianamente chiudono numerose aziende. Sono troppe le imprese che abbassano le saracinesche dopo anni di attività: è un duro colpo per l'occupazione. Avete delle stime? Qual è il vostro impegno per affrontare questa situazione?

«A subire la crisi in maniera più forte sono soprattutto le attività antiche, che tanto davano all'economia di una città. Ma dobbiamo fare una distinzione: è cambiato il modo di concepire il commercio. L'offerta è mutata, probabilmente troppo rapidamente rispetto ai tempi che hanno avuto gli imprenditori per adeguarsi a queste trasformazioni commerciali. La scesa in campo dei centri commerciali e la contrazione della spesa, hanno determinato questi effetti dirompenti. Effetti che hanno fatto troppo male all'economia debole della nostra Sicilia, per quanto riguarda questo segmento. Noi stiamo scommettendo nel fare questa formazione, questa informazione, nel guidare chi vuole affacciarsi al mondo delle imprese. Ma soprattutto vogliamo sostenere sempre chi decide di fare impresa, agevolandolo con accessi al credito, con la formazione diffusa, con la creazione di federazioni nuove (come ad esempio quelle del franchising) che ci vedono al fianco dei problemi che vivono i nostri associati».

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