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Province, intesa per una nuova riforma

I liberi consorzi saranno 6 (più 3 città metropolitane): presidente eletto dai sindaci e anche dai consiglieri comunali. Oddo: norme che avvicinano ai cittadini

PALERMO. Convocato per discutere della Finanziaria, il vertice di maggioranza a Palazzo d’Orleans ha partorito un nuovo testo della riforma delle Province. I liberi consorzi saranno 6, più tre città metropolitane, e cambia l’elezione del futuro presidente.

L’incontro fra Crocetta e gli alleati è andato in scena a tarda ora dopo una giornata di fibrillazioni per gli arresti di Palermo e le notizie sull’indagine a carico di Montante. Crocetta non ha nascosto l’irritazione verso chi vorrebbe avvicinarlo al contesto di indagine o verso chi legge un attacco ai simboli della sua stagione politica. Ma con gli alleati Crocetta ha parlato soprattutto della agenda per il futuro prossimo, non nascondendo l’esigenza di accelerare i tempi: visti gli impegni assunti giovedì a Roma con Delrio e Padoan.

E il primo appuntamento è la riforma delle Province: l’ultimo atto per il passaggio ai liberi consorzi è fissato all’Ars per il 18. E il presidente ha provato a smorzare sul nascere la contrapposizione fra chi vorrebbe recepire seccamente le norme nazionali (Pd e Udc in testa) e chi invece punta a una norma siciliana. In ogni caso si procederà con un testo nuovo rispetto a tutti quelli già depositati in commissione. Ed è un testo, scritto dall’assessore Ettore Leotta, che modifica anche la prima parte della riforma approvata l’anno scorso.

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