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Tagli anche per gli enti regionali: meno dirigenti e paghe ridotte

Nella bozza di Finanziaria previsto il taglio del 20% dei compensi e il ridimensionamento dei consigli di amministrazione. La manovra dell’assessore Baccei permetterà di trasferire il personale da istituti e agenzie agli assessorati

PALERMO. Saranno ridotti nel numero e guadagneranno il venti per cento in meno. Così come già annunciato per i dirigenti della Regione, anche i vertici di enti, istituti, consorzi e agenzie regionali subiranno tagli per contribuire alla manovra di risanamento dei conti pubblici che dovrebbe essere varata ad aprile.

Il riordino della galassia degli enti regionali è uno degli articoli della bozza di Finanziaria che l’assessore Alessandro Baccei sta mettendo a punto in questi giorni. E anche in questo caso «l’ispirazione» sono le norme nazionali in materia, che la Regione negli anni non ha recepito. Nel mirino finiscono - secondo la norma inserita nella bozza - «gli organi di amministrazione e di controllo di istituti, agenzie, aziende, consorzi, organismi ed enti pubblici».

 

Si tratta di una galassia di decine di strutture: dall’Ente sviluppo agricolo agli istituti per l’incremento ippico e ittico, dai consorzi di bonifica a Crias e Ircac, solo per fare qualche esempio. Esclusi dal taglio solo le aziende sanitarie, ospedaliere e i policlinici.

In queste strutture tutti gli stipendi di amministratori e revisori dei conti vengono ridotti del 20%. Oggi il massimo incassabile è 50 mila euro per i vertici del consiglio di amministrazione e 25 mila per chi fa parte del collegio dei revisori dei conti. Dunque questi compensi scenderanno a 40 mila e 20 mila: cifre lorde annuali.

La Regione non taglia questi compensi dal 2012, quando fu deciso che enti e istituti sarebbero stati divisi in tre fasce: la prima è quella che prevede compensi da 50 mila euro lordi per il presidente e 40 mila per i membri del Cda, la seconda vale rispettivamente 20 mila e 18 mila e l’ultima assegna paghe annuali da 10 mila e 8 mila. Le fasce sono stabilite in base al budget della struttura e al numero di dipendenti. Indipendentemente da ciò la norma studiata da Baccei taglia in modo secco tutti i compensi del 20%.

Va detto che altri articoli della manovra prevedono la soppressione di alcuni degli enti citati. Nell’attesa, il recepimento del decreto legge 78 del 2010 imporrà che il numero massimo dei membri dei consigli di amministrazione sia 5 (ma in molti casi negli enti regionali si è già sotto questa cifra). Mentre nei collegi dei revisori dei conti non potranno essere nominati più di 3 membri.

E non è la sola norma che rivoluzionerà la galassia degli enti regionali. Anche Baccei prova a introdurre la mobilità del personale da istituti e agenzie verso gli assessorati regionali: è una norma più volte bocciate negli anni scorsi. L’obiettivo è portare il personale meno impegnato verso uffici in cui c’è maggiore esigenza. La norma scritta da Baccei prevede che «il personale di ruolo in servizio negli enti indicati dalla legge 10 del 2000, previo consenso può essere utilizzato nei dipartimenti dell’amministrazione regionale, presso organi istituzionali della Regione e in altri enti o organismi sottoposti a controllo e vigilanza». Lo stipendio del personale trasferito - comunque già pagato dalla Regione - non può essere aumentato.

Cambia per tutti i dirigenti intermedi della Regione la regolamentazione degli incarichi ad interim. Quando non si riesce ad assegnare le strutture dirigenziali di base, si darà l’interim gratuito al dirigente superiore (quello delle strutture intermedie). Quando invece non si riesce ad assegnare una struttura intermedia o di massima dimensione, l’incarico ad interim sarà meno vantaggioso rispetto a quanto avviene oggi: fino a ora ha garantito un aumento pari al 30% dell’indennità di risultato, da aprile si passerà all’attribuzione dell’indennità di risultato limitatamente al periodo di effettive reggenza dell’ufficio.

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