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Grecia, Tsipras stravince le elezioni: maggioranza netta per il partito di sinistra

ATENE.  È una vittoria che sa di Storia: Alexis Tsipras e il suo partito di sinistra anti-austerità Syriza hanno trionfato nelle decisive elezioni politiche in Grecia, un voto che potrebbe avere un effetto sismico sulle politiche economiche dell'Ue e persino sull'intero percorso europeo nei prossimi anni. «La Speranza ha vinto», ha scritto Syriza sul suo Twitter, cambiando il vincente slogan pre-elettorale «La Speranza arriva».

Il voto respinge seccamente le politiche del rigore, che dall'inizio della crisi e soprattutto dalla firma del Memorandum tra Grecia e troika hanno fallito nel loro obiettivo di creare sviluppo ed occupazione, volute dal governo del premier Antonis Samaras, con il sostegno del Pasok di Evangelos Venizelos. Che ora vedono ombre nere sul proprio futuro politico.

Le proiezioni della Singular Logic per le tv greche mettono Tsipras a un soffio dalla maggioranza assoluta in Parlamento con 150 seggi (ne servono 151 su 300 per governare da soli) e il 36,5% dei voti (c'è un margine dello 0,5% di errore, dicono gli statistici), Nea Dimokratia al 27,7% e 75 seggi; Alba Dorata 6,3% (17 seggi); Potami (centrosinistra) 5,1% (16); KKe (comunisti) (15); Pasok 4,8% (13); Greci Indipendenti (centrodestra) al 4,7% (13). E da questi risultati emerge un altro dato forte quanto inquietante: Alba Dorata, il partito xenofobo di aperte simpatie naziste, nonostante abbia tutta la sua leadership in carcere (dove ha votato) e sia stato sconquassato da inchieste penali per aver costituito un'organizzazione criminale, conquista abbastanza voti da diventare la terza forza del Paese. Se si dovesse arrivare alla necessità di creare una coalizione, e fallissero i tentativi di Syriza e Nea Demokratia, la palla passerebbe a Nikos Michaloliakos (tuttora detenuto).

Il presidente Karolos Papoulias, fanno sapere fonti informate, in quel caso gli darebbe l'incarico per telefono. Ma la notte appartiene comunque a Syriza e al suo messaggio dirompente di cambiamento. Alla notizia dei primi exit poll, che davano il partito a una percentuale fino al 39.5%, la folla pro-Syriza assiepata in piazza Klathmonos, al centro di Atene, è esplosa in un boato, e poi in canti, slogan e balli. Tra loro anche gli italiani della Brigata Kalimera, con bandiere de 'L'Altra Europa per Tsipras', di Rifondazione e anche un tricolore. Ad Arta, villaggio da dove viene la famiglia del giovane leader, la folla è scesa in strada a ballare. Mentre resta fuori dal parlamento il Movimento dei socialisti democratici (Kinima) dell'ex premier Giorgos Papandreou (che a caldo dice che «nessun partito, anche se ha la maggioranza assoluta, può affrontare questa crisi da solo»), emerge come possibile partner di Syriza il partito Potami, che con il suo leader Stavros Theodorakis condivide il rigetto del Memorandum, ma poco altro. Prima del voto anche il Pasok aveva segnalato disponibilità 'condizionatà ad entrare in una coalizione.

La Grecia dunque cambia pagina. E lo si capisce anche dal primo commento a caldo del capo economista di Syriza, Giannis Milios, che alla domanda su cosa farà all'Eurogruppo il ministro delle Finanze Gikas Hardouvelis ha risposto: «Immagino che  Hardouvelis chiuderà i casi pendenti, cose di natura tecnica. Il programma che è stato concordato con l'Eurogruppo da Hardouvelis come rappresentante del signor Samaras è ormai morto». Nonostante l'avvertimento arrivato dalla Bundesbank prima ancora che arrivassero i primi dati reali («La Grecia rispetti gli impegni, fare le riforme è nel suo interesse», ha ammonito il presidente della Bundesbank Jens Weidmann), Tsipras sembra voler tirare dritto per la sua strada.

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