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"Creazioni giovani", la Regione pubblica la graduatoria provvisoria

Pubblicato nel maggio del 2013 dall’ex assessore Ester Bonafede e in tutto metteva a disposizione cinque milioni, di cui una parte finanziata dall'Ue, per sostenere progetti che favorissero la creatività, i mestieri tradizionali e la creazione di imprese artigianali

PALERMO. Eppur si muove. Un anno e mezzo dopo la pubblicazione, il bando regionale “Creazioni Giovani” compie un altro piccolo passo avanti. L’assessorato alle Politiche sociali ha pubblicato la graduatoria provvisoria, a firma della dirigente Maria Antonietta Bullara, di una delle tre misure previste dall'avviso, quella cioè che metteva a disposizione 800 mila euro per progetti incentrati sulla legalità.

Sono 235 le iniziative ammesse, anche se solo le prime in graduatoria alla fine potranno accedere alle risorse. Nel frattempo gli aventi diritto possono presentare osservazioni e deduzioni entro quindici giorni dalla pubblicazione della graduatoria che si trova sul sito http://lineediattivita.dipartimento-famiglia-sicilia.it/.

Il bando era stato pubblicato nel maggio del 2013 dall’ex assessore Ester Bonafede e in tutto metteva a disposizione cinque milioni, di cui una parte finanziata dall'Ue, per sostenere progetti giovanili con l’obiettivo di favorire la creatività, i mestieri tradizionali e la creazione di imprese artigianali gestite da under 36 siciliani.

La Cgil sostiene che la pubblicazione della graduatoria è arrivata grazie alle continue segnalazioni fatte: “La nostra denuncia in pieno agosto sul clamoroso ritardo dell'uscita delle graduatorie del bando creazioni Giovani  ha avuto effetto –scrive il sindacato - dopo 16 mesi escono finalmente le graduatorie provvisorie della terza linea di intervento. Adesso chiediamo alla Regione la pubblicazione dell’ultima graduatoria e tempi celeri per le graduatorie definitive. Il finanziamento del programma insiste sulla programmazione europea 2007-2013 e se non saranno spese al più presto, queste risorse, che ammontano a 2,65 milioni di euro, rischiano di tornare a Bruxelles”.

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