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L'Italicum supera il primo scoglio al Senato, Fi con la maggioranza

L'Assemblea di palazzo Madama ha infatti respinto le questioni pregiudiziali presentate da M5s e Sel, che se approvate avrebbero affossato la legge elettorale

ROMA. La legge elettorale supera il primo voto dell'Aula del Senato, con Forza Italia che si schiera con la maggioranza, nonostante la mattina Renato Brunetta avesse lasciato intravedere una rottura. L'Assemblea di palazzo Madama ha infatti respinto le questioni pregiudiziali presentate da M5s e Sel, che se approvate avrebbero affossato l'Italicum.

Ed un segnale è arrivato anche dalla Lega che ha ritirato la propria richiesta di rinvio del testo in commissione, dopo che il ministro Maria Elena Boschi ha dato il via libera all'inserimento nell'Italicum di una clausola che lo farebbe entrare in vigore nel 2016. Ad agitare le acque della giornata, nella quale iniziava l'esame dell'Italicum da parte dell'Aula del Senato, ci ha pensato il capogruppo di FI alla Camera, Renato Brunetta: "se Renzi insiste con il premio di maggioranza alla lista anziché alla coalizione, avrà la responsabilità di rompere lui il patto del Nazareno". Per altro, pur confermando di volere che il premio di maggioranza vada alla coalizione anziché alla lista, Giovanni Toti aveva usato toni più dialoganti. Atteggiamento questo confermato in Senato, nel pomeriggio, dal capogruppo Paolo Romani: "Ora c'è un percorso parlamentare in cui ci sarà un confronto. Eviterei toni perentori. Fi non è per il 'prendere o lasciare". Le parole sono state confermate dai fatti, quando Fi ha votato con la maggioranza contro le pregiudiziali di costituzionalità di M5s e Sel, che sono state bocciate. Ma un altro passaggio sembrerebbe scongiurare la valanga di emendamenti minacciati dalla Lega (in commissione ne presentò 16.000).

Rispondendo ad una richiesta di Roberto Calderoli, il ministro Maria Elena Boschi ha detto che il governo è favorevole a inserire una clausola nell'Italicum al momento della sua approvazione, che chiarisca che esso entrerà in vigore nel 2016, in una data cioè in cui presumibilmente sarà concluso l'iter della riforma costituzionale che abroga il Senato elettivo. Un chiarimento, definito da Calderoli "gradito", tanto che ha consegnato al ministro un po' di carbone di zucchero, oltre a ritirare una richiesta di rinvio del testo in Commissione.

Rimane il fronte interno al Pd, con i senatori bersaniani che chiedono di eliminare i capilista bloccati, ipotesi invisa a Forza Italia. Renzi nel tardo pomeriggio ha riunito i parlamentari del Pd per rasserenare il clima dopo la vicenda della norma pro-Berlusconi, e qualche ora prima aveva incontrato la relatrice all'Italicum Anna Finocchiaro e il capogruppo in Senato Luigi Zanda.

La trattativa con Fi e la sinistra interna sui capilista bloccati si risolverà solo all'inizio della prossima settimana, quando si comincerà a votare gli emendamenti. Ma Renzi, nell'assemblea con i propri parlamentari, ha messo in guardia dall'idea di ritardare le riforme istituzionali: "siamo ad un bivio, occorre fare le riforme, altrimenti la legislatura è fallita". Insomma è la caduta dell'Italicum e non la sua approvazione ad avvicinare urne anticipate.

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