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Quirinale, Monti: "Senza di me, Berlusconi sarebbe capo dello Stato"

L'ex premier afferma che se non ci fosse stato il suo partito, adesso l'ex cavaliere sarebbe presidente della Repubblica e il centrodestra avrebbe avuto la maggioranza per avere un esponente a capo del governo

ROMA. «Se non avessi presentato Scelta Civica alle elezioni del febbraio 2013, forse molti penserebbero a me come successore di Giorgio Napolitano. «Ma c'è un piccolo particolare: oggi non ci sarebbe da eleggere un Presidente della Repubblica, perchè nell'aprile 2013, senza Sc, in Parlamento ci sarebbe stata una maggioranza sufficiente a eleggere un nuovo Presidente. Un esponente del centro-destra sarebbe stato eletto Capo dello Stato (verosimilmente il senatore Berlusconi) e un altro suo esponente sarebbe diventato capo del governo». Così l'ex premier Mario Monti in un'intervista alla Stampa.

«Romano Prodi e Mario Draghi mi pare siano due potenziali candidati di prima grandezza», dice Monti, secondo cui «al Quirinale deve esserci una personalità nella quale gli italiani riconoscano il meglio di sè, della quale siano fieri. E che il mondo, ma soprattutto l'Europa, vedano come un interlocutore affidabile, autorevole e impegnativo».

Parlando del governo, «Renzi, che si è mosso fin dall'inizio con grande determinazione, si è concentrato anch'egli su una misura certo popolare ma finanziariamente molto impegnativa (gli 80 euro), che non pare avere sortito gli effetti economici sperati ma ha seriamente condizionato l'insieme delle scelte del governo. E ha ritenuto, in alcuni passaggi, di dare la priorità alle riforme istituzionali rispetto alle riforme economiche per la crescita, a mio giudizio più urgenti», commenta Monti. Sul patto del Nazareno, «mi sembra fondamentale che ci si attenga a metodi corretti e trasparenti», dichiara Monti.

«Nei giorni scorsi si è ipotizzato che uno specifico provvedimento fiscale, con implicazioni di ordine penale ed elettorale, possa essere stato introdotto in ossequio ad un presunto accordo del genere nazareno. Un Paese civile non può convivere con questi sospetti. Il danno alla credibilità dello Stato è enorme».

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