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Pannella in sciopero della fame per l'amnistia: "Aiuto a rispettare la legge"

ROMA. «Ti rispondo con un concetto di Gandhi: Non dobbiamo mai, quando ci sono lotte, ostentare sofferenza o difficoltà, ma essere lieti nel fondo di questi eventi drammatici». Così Marco Pannella, intervistato da Radio Radicale, ha parlato del proprio digiuno in favore dell'amnistia e della soluzione del problema del sovraffollamento delle carceri.

Da sabato lo storico leader radicale è ricoverato in una clinica romana in via precauzionale. Pannella ha ribadito che il suo digiuno non deve essere definito «protesta», come ha fatto qualche giornale.

«Per un non violento, parlare di protesta anzichè proposta o dialogo è come dare del comunista a un fascista o viceversa. L'obiettivo è quello di aiutare il nostro interlocutore, e cioè il nostro Paese e chi lo rappresenta, cioè il governo, a rispettare la legalità. Mi domando quanti italiani sanno perchè i radicali fanno quello che fanno. Lo fanno per aiutare il governo. Perchè non sia un governo che incorra nella condizione criminale di non rispettare la legge».

Il leader radicale, che fu «grande elettore» di Sandro Pertini e Oscar Luigi Scalfaro, si è schernito sul futuro inquilino del Quirinale: «non ho rapporti tale da influire nel ristretto numero delle 100 persone del jet set, nazionale e internazionale, che possono influire nell'elezione del Presidente della Repubblica». Infine alla domanda su come «prosegue questa giornata di lotta nonviolenta», Pannella ha replicato in modo autoironico in romanesco: «Se vuoi sapè quando moro, nun lo so».

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