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Isis, nuovo video con ostaggio britannico: accuse a Usa e media - Foto

NEW YORK. John Cantlie, il giornalista britannico ostaggio dell'Isis, è protagonista di un nuovo curatissimo video, in cui fa propaganda per i jihadisti dello Stato Islamico. Tra i primi commenti a caldo, c'è chi parla di schiaffo alla stampa occidentale o al contrario di sindrome di Stoccolma, con il reporter che sembra aver abbracciato la causa dell'Isis. Si tratta di un filmato di oltre otto minuti da Mosul, in cui Cantlie appare libero, vestito e rasato con cura e in buona salute rispetto ai video precedenti, dove vestiva l'ormai classica tuta arancione. Racconta la città con toni decisamente positivi, tessendo le lodi della gestione dello Stato Islamico. IL video ricorda quello diffuso in ottobre, in cui Cantlie era in diretta da Kobane, in Siria.

Mosul è considerata una delle roccaforti dell'Isis, accusato di aver saccheggiato anche le casseforti in città della banca centrale, andando ad aumentare le sue ricchezze legate al petrolio. «Buongiorno sono John Cantlie e mi trovo oggi sul tetto del mondò a Mosul, la seconda maggiore città dell'Iraq e sotto il completo controllo dello Stato Islamico da cinque mesi» afferma il reporter aprendo il video, in cui ricorda «l'invasione americana».  Aggiunge: «I media dipingono la vita nello Stato Islamico come quella di una società depressa», in cui la gente cammina in strada sottoposta a un «regime totalitario». Invece - aggiunge - «la vita è business as usual nonostante un dicembre freddo ma soleggiato».

E poi: Le ricostruzioni dei media sono «ingannevoli». Per strada di sono migliaia di persone, «migliaia di iracheni che girano dopo decenni di regime di Saddam, afferma Cantlie, alla guida di un'auto per le strade della città.  «Dopo il caso dell'invasione americana, i sunniti musulmani possono camminare per strada«, aggiunge quindi il reporter ostaggio, ora spostatosi nel 'suk' di Mosul, «dove si può acquistare di tutto. Questa non è una città che vive nelle paura come i media occidentali vogliono dipingerla. È una città normale: ci sono molte luci al neon».  «Non è una città depressa» ripete ancora una volta Cantlie, prima di salire di nuovo in auto e illustrare il sistema sanitario locale. Si passa al maggiore ospedale di Mosul, dove il giornalista mostra il reparto dei bambini vittime di guerra. «All'ospedale c'è energia elettrica, non è come dipingono gli occidentali un luogo in cui l'elettricità c'è solo poche ore al giorno, spiega.  Nonostante le bombe che piovono, i medici riescono ad avere quello di cui hanno bisogno» aggiunge Cantlie, prima di recarsi a un locale commissariato e criticare un servizio della Cnn di giugno, in cui la polizia veniva descritta come ormai inesistente. Negli ultimi minuti del video, Cantlie guida la moto di un poliziotto, sulla quale spiega che la città è sicura e non ci sono mai stati così pochi omicidi a Mosul. Il lungo filmato si chiude con Cantlie che si rivolge ad un drone della coalizione, che sta sorvolando la città, : «fate qualcosa, siete inutili».

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