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Un buon papà? Quello che sa ammettere i propri limiti

ROMA. Prima di tutto ammettere la propria 'imperfezione' e, in alcune occasioni, anche la propria 'inutilità'. La nascita di un figlio mette a dura prova l'amor proprio del padre che spesso si trova relegato in ruoli secondari rispetto alla mamma: più impacciato nel prendere confidenza con il pargolo, meno pronto ad affrontare il nuovo ruolo, sia dal punto di vista psicologico, che pratico. Quel che conta in questi casi è partire armati di autoironia e non imporsi modelli di perfezione. E' rivolto a chi si trova alle prese con la paternità il 'Manuale di sopravvivenza per padri Imperfetti' (Franco Angeli, 2014), prontuario semiserio per affrontare una delle tappe più importanti della vita. A far luce, partendo dalla propria esperienza autobiografica, su come affrontare momenti importanti della crescita di un figlio, è lo psicoterapeuta Ferdinando Galassi, papà di Giacomo e Matteo.

"Si è discusso e si discute molto - scrive Galassi - sul nuovo ruolo dei padri nella famiglia. I cambiamenti avvenuti nella società hanno modificato i ruoli dei genitori. I padri oggi sono più presenti di prima e stanno faticosamente costruendo un modello nuovo di relazione coi figli". Via libera quindi a una lunga lista di istruzioni su come far fare la nanna, come dosare il ciuccio o come affrontare il rapporto con l'acqua e, ancora, sport, musica, libri, animali e l'odiata playstation, che, se opportunamente dosata, "può diventare un modo per stare insieme ai propri figli": per ogni capitolo, prescrizioni pensate per chi non ha remore a definirsi 'inesperto'. Quanto alla scuola, ad esempio, non delegare tutto alle mamme ma essere presenti, e non troppo esigenti; "pronti a sostenere i figli se hanno problemi con gli insegnanti", ma senza "fregare", ovvero la "protezione non può essere cieca". Crescendo poi si pongono problemi nuovi, se prima era il cambio di pannolino poi diventa il cambio di abbigliamento per il 'primo appuntamento': bando a imbarazzi e insicurezze se si deve parlare di rapporti con l'altro sesso, ma bando anche alla tentazione di "presentare dei modelli perfetti di comportamento, sennò si spaventano". In ultimo quando accade, come affrontare la 'separazione dei genitori': "niente sensi di colpa", spiega l'autore, "cercate di comportarvi bene, ma se sbagliate fate autocritica".

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