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Caleca: «Abbiamo speso tutti i fondi europei per l’agricoltura»

L’assessore: «Abbiamo scoperto come lievitavano i costi degli appalti dei consorzi di bonifica». E i giovani? «Tornino nei campi»

PALERMO. «Abbiamo raggiunto gli obiettivi previsti dalla programmazione comunitaria 2007-2013, riuscendo a pagare in un solo mese oltre 100 milioni di euro a imprenditori e agricoltori in genere che avevano partecipato ai bandi del Piano sviluppo rurale, il Psr. Sono ottimi risultati». L’assessore regionale all’Agricoltura, Nino Caleca, detta la strategia della nuova programmazione europea e le ricette per non perdere un altro treno.

Assessore, una buona iniezione di ossigeno per l’agricoltura siciliana...

«Siamo riusciti, assieme alla dirigente generale Rosaria Barresi, a spendere in tempo i fondi europei. Solo a dicembre abbiamo erogato più di 100 milioni ad agricoltori e imprenditori. In particolare, si tratta di risorse (29 milioni) date come premio a chi ha praticato un tipo di agricoltura biologica o allevato animali in via d’estinzione. Belle notizie anche per chi ha aperto agriturismi: altri 64 milioni, infatti, saranno destinati a chi ha presentato progetti per la ristrutturazione di bagli, il rifacimento di strade di campagna e aperto, appunto, agriturismi. Infine, altri 13 milioni e mezzo verranno erogati a chi ha investito nel settore delle serre di ortofrutta, piante tropicali e subtropicali, realizzando impianti di irrigazione e riscaldamento un po’ in tutta la Sicilia e soprattutto nel Ragusano, zona d’eccellenza per questo tipo di agricoltura, nel Messinese e nell’Agrigentino. Soldi, questi, che erano rimasti dalla programmazione europea precedente, 2000-2006. I nomi dei beneficiari e la graduatoria definitiva delle domande di aiuto ammissibili verranno messi online, dopo che l’Agea avrà completato l’iter dei pagamenti».

Le associazioni di categoria hanno rimproverato spesso la Regione per la mancanza di concertazione tra la politica e il mondo produttivo. Quali sono le strategie a cui ispirerà la sua azione di governo?

«Lavoreremo in sinergia con le categorie produttive e le rappresentanze sindacali perché ciascuno, in questo delicato momento economico, ha il dovere morale di impegnarsi al massimo per costruire le condizioni per il rilancio della Sicilia. Completato in tempo il vecchio Psr, il nostro obiettivo sarà quello di lanciare quello nuovo, 2014-2020. A partire dai primi di gennaio, infatti, ogni venerdì incontreremo i rappresentanti delle associazioni di categoria, con cui condividere l’impostazione della nuova spesa. Per questo motivo, organizzeremo a gennaio una Conferenza agraria regionale che vedrà protagonisti tutti gli attori, anche internazionali, della filiera produttiva. Si è avviata una collaborazione eccellente con gli uffici. L’allarme sulla spesa dei fondi europei non coinvolge i miei dipartimenti, i cui livelli di spesa sfiorano la media europea e sono superiori a quella nazionale. Abbiamo impegnato l’intero budget di 2 miliardi e 200 milioni e speso il 72,5 per cento, rispetto alla media nazionale che è del 71 per cento».

In un momento in cui gli altri settori soffrono e sono in crisi, il Pil in agricoltura cresce del 2,9 per cento. Come continuare a sostenere le imprese?

«Invito gli agricoltori a firmare un patto di solidarietà e reciprocità. Assieme al presidente Crocetta, sosterremo gli imprenditori, ma loro dovranno diventare i protagonisti della ripresa imprenditoriale siciliana. In questo progetto i giovani dovranno tornare ad affacciarsi a questo settore e a guardare all’agricoltura come ad una grande risorsa per lo sviluppo economico. I nostri giovani devono valutare con fiducia le opportunità che il settore offre e riuscire a coniugare tradizione e innovazione. Imparare a produrre, ma anche a commercializzare, utilizzando tutti gli strumenti che offrono le nuove tecnologie. Per questo motivo, orienteremo molte risorse verso la promozione di nuove imprese giovanili».

Come vi state preparando all’appuntamento dell’Expo?

«Porteremo ad Expo duemila anni di valori e cultura per ripartire dal Mediterraneo. Gli avvisi, che potranno essere consultati sul sito www.biomediterraneo.com, contengono tutte le informazioni utili per chiunque voglia partecipare al prestigioso evento internazionale che si svolgerà a Milano dal primo maggio al 31 ottobre. La Sicilia, individuata quale contraente di Expo per la gestione del Cluster Bio-Mediterraneo, avrà il compito di coordinare le iniziative degli undici paesi partecipanti - Grecia, Libano, Egitto, Libia, Tunisia, Algeria, Malta, San Marino, Albania e Montenegro, oltre all’Italia - e di amministrare tutte le iniziative e gli eventi che si realizzeranno all’interno dell’area comune».

Un altro elemento che le sta a cuore è il rispetto dei protocolli di legalità...

«Il viaggio verso Expo parte dall’albero Falcone. La Sicilia sceglie con forza e determinazione la legalità come strumento di partecipazione. Attiveremo tutti gli strumenti giuridici possibili per garantire che sia la legalità a guidare le tutte le aziende presenti a Milano. La Sicilia che porteremo avanti sarà quella dei buoni prodotti, della qualità, del lavoro e delle scelte etiche».

I consorzi di bonifica dovrebbero gestire l’erogazione idrica nelle campagne e le opere pubbliche necessarie. Ma in meno di 20 anni hanno maturato un maxi debito che ora è al centro di un dossier che lei ha elaborato per sbloccare l’impasse in cui è piombata la riforma.

«Abbiamo scoperto appalti che in corso di realizzazione vedevano aumentare il proprio valore. La tecnica si chiama “riserva” e consente alle imprese che hanno vinto una gara di chiedere di più per via di eventi imprevedibili al momento di presentare il progetto. È così che i costi si sono moltiplicati. Il consorzio di bonifica più indebitato, secondo i primi dati, è quello di Siracusa: in bilancio mancano una ventina di milioni. In quello di Palermo il rosso oscilla fra i 15 e i 20 milioni».

E sui forestali, cosa prevedete?

«Bisogna riorganizzare la loro attività e pensare ai forestali come risorsa. Verranno impiegati sempre di più nella prevenzione del dissesto idrogeologico».

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