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Addio a Luise Rainer, regina dell'età d'oro di Hollywood - Foto

Si è spenta a Londra a 104 anni, in carriera vinse due Oscar

LONDRA. La sua è stata una carriera straordinaria che ha segnato l'epoca d'oro di Hollywood. È morta nella sua casa di Londra a 104 anni Luise Rainer, prima attrice a vincere due Oscar consecutivi per la migliore interpretazione femminile. Nata a Duesseldorf, conquistò la prima statuetta nel 1936 con «Il paradiso delle fanciulle» (The Great Ziegfield) e la seconda l'anno successivo con il film «La buona terra» (The Good Earth).

Risultati straordinari arrivati in fretta, forse troppo per quella è stata definita come la «maledizione» di aver vinto tutto quando Luise era ancora ventenne. Nonostante la lunga vita la sua carriera si concentra in una manciata d'anni. La fama arriva infatti da adolescente. Luise si fa vedere a teatro in Germania, in ruoli sempre più importanti. È travolta dalla passione per il cinema che in quegli anni è nel pieno della sua epoca d'oro. Passa poco e arriva il contratto della sua vita: siglato con l'americana Mgm per 7 anni. L'attrice parte alla volta degli Stati Uniti e così sfugge al nazismo che salito al potere in Germania aveva ormai conquistato ogni centimetro della società e anche della produzione artistica. L'esordio per la Mgm è nella commedia 'La modella mascherata' del 1935 e la bella Luise viene affiancata da William Powell che non può notare il suo talento. I due saranno ancora insieme, l'anno dopo, nel «Paradiso delle fanciulle», che le permette di conquistare il primo Academy Award. Ma dopo il 'bis' dell'anno successivo la sua carriera sembra inevitabimente destinata a rallentare.

Il suo ultimo film importante è del 1943. Luise rompe il contratto con la Mgm - rivendica più libertà artistica - e si trasferisce a Londra.  Da allora ha recitato solo in ruoli minori, ad esempio nel 1984 con una parte nella serie tv americana 'Loveboat', o nel 1998 nel film 'The Gambler', adattamento del 'Giocatore' di Fyodor Dostoyevsky. Il suo più grande rammarico resta quel rifiuto della parte da protagonista in 'Per chi suona la campana', quando le venne preferita Ingrid Bergman. Da grande veterana degli Oscar ha detto: «Allora la premiazione era una cerimonia molto più semplice rispetto a quella di oggi».

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