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Questione di... design, i 15 modi per riutilizzare gli pneumatici

Dai granulati per campi di calcio alle cinture dei pantaloni, ecco cosa l'azienda Salvadori di Trentino Sviluppo riesce a fare

ROMA. Prima o poi gli pneumatici arrivano a fine vita. Fare di un prodotto di scarto un’utile materia prima, offrire un'alternativa al loro assai poco ecologico incerimento, è quel che è riuscito alla Salvadori, una socità  con sede a Rovereto dentro il Polo Tecnologico di Trentino Sviluppo. Creando ed esportando le macchine con cui si possono stampare nuovi oggetti di design. Dai granulati per i campi da calcio in erba sintetica, agli isolanti acustici per l’edilizia, arrivando persino alle cinture per capi di abbigliamento, le macchine “made in Salvadori” sono vendute in Brasile, Venezuela, Russia, Emirati Arabi, Australia. L’azienda occupa 20 persone e a fine anno raggiungerà un volume d’affari di circa 7 milioni di euro, realizzato in gran parte grazie all’export.

“Quello che manca in questo mercato – spiegano Samuel e Juri Salvadori - è un tocco di design: spesso le aziende si limitano a riprodurre ciò che esiste; serve più fantasia”. Uno dei temi, questo, al centro della BIC Week, la settimana dedicata agli incubatori d’impresa . Dei 7 milioni di euro di fatturato annuo, oltre 4 milioni provengono infatti dal mondo del riciclo di pneumatici e del design di prodotto. Settore nel quale Salvadori esporta il 97 per cento dei propri prodotti. Le potenzialità dei materiali nel product design sono un tema d'attualità.

Nel processo di riuso dei materiali per il design, Salvadori crea la tecnologia capace di effettuare la riduzione volumetrica, utile a separare il cavo metallico dagli pneumatici e a tagliare le gomme a spicchi. Ma soprattutto affianca le aziende nella produzione e costruisce le macchine necessarie ad ottenere dalle gomme triturate i prodotti che desiderano. “Un designer o un’impresa – spiega Samuel Salvadori - possono rivolgersi a noi che forniamo le attrezzature per la rinascita, in altra forma, dei pneumatici dismessi”. Svariati gli articoli che le aziende che si sono rivolte a Salvadori hanno finora realizzato, esportati un po’ in tutto il mondo. Tra i clienti anche ditte in Brasile, Venezuela, Russia, Egitto, Quatar, Emirati Arabi, Australia, Tunisia e Israele. Vengono richiestigranulati per i campi di calcio con fondo sintetico, pavimentazioni antitrauma per i parchi gioco, supporti per la segnaletica stradale, guaine fonoassorbenti per l’edilizia, pavimenti in gomma per le industrie ma anche pavimenti braille per non vedenti. Ed ancora pavimenti morbidi e facili da pulire per le stalle in zootecnia e ambienti equestri, rivestimenti per i trailerche trasportano animali, scaglie per consentire il giusto attrito al trotto dei cavalli nelle giostre e contribuire ad evitare infortuni durante la corsa. “Si tratta di prodotti – aggiungono Juri e Samuel Salvadori – che hanno anche particolari proprietà proprio per via del materiale con cui sono fatti. Gli oggetti per l’arredo urbano come fioriere, portabici, separatori, possono infatti arrecare meno danni alle automobili nel caso li si urti. Per le infrastrutture, le gomme che rivestono i binari dei tram consentono di abbattere le vibrazioni – proseguono - mentre gli appositi cuscinetti da inserire nei ponti danno loro la necessaria elasticità”. Tra i prodotti di design ci sono infine cestini per l’ufficio, ruote per i cassonetti delle immondizie, granuli colorati decorativi da mettere nelle fioriere per evitare che cresca l’erba. E un altro settore è quello della moda: cinture, infradito e borsette in gomma. La sfida del futuro si gioca nelle teste dei giovani designer.

Il settore è in crescita, pneumatici da smaltire non mancano. “Ma spesso – spiega Juri Salvadori - molte aziende ci chiedono impianti e macchinari per produrre oggetti che già esistono e questo è poco funzionale, perché poi faticano a posizionarsi sul mercato. Occorre osare, pensare cose nuove in funzione delle proprietà e dell’originalità di questo materiale. È qui che servono i designer: bisogna avere il coraggio di dare spazio alla fantasia”.

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