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Torna l'allarme aviaria, accertato un focolaio in Giappone

Le autorità giapponesi hanno ordinato oggi l'abbattimento di 42.000 polli. Altri casi sono stati registrati anche in Libia ed Egitto

TOKYO. Le autorità giapponesi hanno ordinato oggi l'abbattimento di 42.000 polli dopo la conferma di un focolaio di influenza aviaria, il secondo caso registrato nell'arcipelago in meno di un mese. I test genetici hanno confermato che si tratta di un ceppo H5 del virus.

L'allarme è stato dato ieri dal proprietario di una fattoria a Miyazak, nell'isola meridionale di Kyushu, dopo che diversi volatili erano morti improvvisamente.

Anche in Libia, ieri, il ministro della Salute libico ha reso noto oggi di quattro decessi causati dall'influenza aviaria e ha affermato allo stesso tempo che non esistono nel suo Paese casi di contagio dovuti all'epidemia della febbre emorragica Ebola.  «Quattro persone contagiate dall'influenza aviaria sono morte recentemente in Libia», ha affermato Ridha Awkali, ministro della Salute del governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale, senza però precisare il ceppo del virus che ha provocato i decessi.

Tre casi sono stati registrati a Tripoli ed un quarto a Tobruk a est del Paese, ha spiegato il ministro. «Un'altra persona è sotto trattamento a Tobruk», ha aggiunto Awkali.

Il ceppo H5N1 dell'influenza aviaria ha causato più di 400  morti, in particolare nell'Asia sud-orientale da quando è comparsa nel 2003. Un nuovo ceppo, H7N9, ha ucciso più di 170 persone dal 2013. Un terzo, H5N8, è stato recentemente scoperto per la prima volta in Europa.

In Egitto, paese confinante con la Libia, quest'anno sono stati registrati otto decessi per il virus H5N1.  Il responsabile libico ha inoltre affermato che nel suo Paese non ci sono casi di Ebola, un virus che ha già causato la morte di almeno 7.693 persone in diversi Paesi del mondo. Il 99%  dei decessi si sono verificati in tre Paesi tra loro limitrofi: la Liberia, la Sierra Leone e la Guinea, stando ad un bilancio dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) reso noto.

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