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Jobs Act, Camusso: "Continuiamo a lottare, siamo pronti a tutto"

Parla il segretario generale Cgil: "Useremo la contrattazione e i ricorsi giudiziari in Italia e in Europa. Utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per ribaltare un'idea recessiva del lavoro"

ROMA. Sul Jobs Act «continueremo a lottare, a mobilitarci, a scioperare anche contro le aziende perchè non può esserci uno che incassa e l'altro che subisce soltanto. Useremo la contrattazione e i ricorsi giudiziari in Italia e in Europa. Utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per ribaltare un'idea recessiva del lavoro». Lo afferma il segretario generale Cgil Susanna Camusso in un'intervista a Repubblica.

«Solleciteremo le Commissioni parlamentari - incalza la segretaria della Cgil - Ma non mancheranno la lotta, la contrattazione, i ricorsi giudiziari». E sull'ipotesi di un altro sciopero generale chiarisce: «Vedremo, non escludo nulla. Valuteremo con la Uil e coinvolgeremo anche la Cisl». Camusso si sofferma poi sul contratto a tutele crescenti: «È un grande bluff. È solo una monetizzazione crescente. Di fatto è l'abolizione dei contratti a tempo indeterminato».

Quanto ai licenziamenti collettivi, «il governo aveva promesso il superamento del dualismo ma con questo decreto non fa altro che moltiplicare le differenze tra lavoratori». Sull'esclusione dell'opting out, poi attacca: «Quando il premier Renzi dice che non c'era bisogno di introdurre anche quel principio, ribadisce implicitamente che tutto è già possibile».

E alla domanda se sia quindi convinta che quello di Renzi sia un 'governo delle imprese risponde: «In Europa la grande questione della politica è come riappropriarsi del governo dell'economia. Il nostro governo ha scelto di delegare le imprese. Una sorta di abdicazione, di rinuncia a individuare un proprio modello di sviluppo».

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