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Vettel in Ferrari, Horner: "Influenzato da exploit di Ricciardo"

Parla il team manager della Red Bull, ex squadra del tedesco: "Dopo la pausa estiva era molto distratto. Il richiamo della Rossa per ogni pilota è molto potente"

ROMA. La decisione di Sebastian Vettel di lasciare la RedBull è stato influenzata dall'ascesa del suo compagno di squadra Daniel Ricciardo. A sostenere la tesi è Christian Horner, il team manager di una RedBull con cui il pilota tedesco, passato alla Ferrari, ha vinto quattro titoli mondiali, prima di una stagione, quella appena conclusa, finita con la casella dei successi immacolata, mentre Ricciardo ha terminato con tre Gp all'attivo.

Secondo Horner, Ricciardo è stato «probabilmente un fattore» nella scelta di Vettel, rimasto quasi traumatizzato dal sorpasso subito per mano del giovane australiano al Gp d'Italia. «Dopo Monza era enormemente frustrato», ha raccontato in una intervista alla Bbc Horner, convinto che Vettel stesse meditando da tempo l'addio alla RedBull. «Conoscendo bene Sebastian, mi sono accorto che dopo la pausa estiva era molto distratto ed era ovvio che ci fosse qualche pensiero nella sua mente. La Ferrari lo stava corteggiando pesantemente e, intorno alle gare di Spa e Monza, ha preso la decisione di fare qualcosa di diverso per la prossima stagione».

Horner si è detto «non proprio sorpreso» per la decisione di Vettel di salutare e passare a Maranello come sostituto di Fernando Alonso, che ha negoziato una rapida uscita dal suo contratto. Sempre secondo Horner, Vettel conosceva già il suo destino sin dal mese di settembre: «Già a Singapore si vedeva che era una persona diversa. Era più rilassato e, alla fine, il suo addio non è stata una grande sorpresa». «Era il momento giusto per Sebastian di cambiare - ha aggiunto ancora Horner - Con noi ha fatto grandi cose ed era alla RedBull dall'età di 12 anni, vincendo quattro campionati del mondo, 39 Gran Premi e 45 pole position. Deve aver pensato: Ho raggiunto i 27 anni e non voglio finire la mia carriera senza aver guidato la Ferrari. Il richiamo della Ferrari - ha concluso Horner - per ogni pilota è immensamente potente».

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