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Seretti: «Ci incoraggia l’aumento dei mutui ipotecari»

Bilancio agrodolce per il direttore generale uscente di Banca Nuova: «Palermo soffre, ma comunque sempre meno delle altre province»

PALERMO. I numeri del sistema bancario dicono che Palermo sta male, ma c’è chi prova a guardare i numeri anche da un altro punto di vista. Come Umberto Seretti, direttore generale uscente di Banca Nuova (al suo posto da ieri c’è Paolo Marin). «Sono pochi i dati positivi - ammette Seretti - ma è arrivato il momento di non essere più catastrofisti. Un esempio? A settembre 2014, secondo la Banca d’Italia, le sofferenze a Palermo sono all’11,74% contro il 14,84% della media siciliana. Percentuali alte, certo, ma ciò significa anche che alle banche nell’Isola, pur in un contesto difficile, conviene prestare a Palermo perché si rischia meno in media che nelle altre province». La sofferenza, per semplificare dal gergo bancario al linguaggio comune, è quella parte di crediti che le banche faticano a recuperare perché le aziende o le famiglie non possiedono più la capacità economica restitutiva per ripagare in modo puntuale. «Palermo soffre meno e nel capoluogo Banca Nuova - afferma il direttore generale Seretti - registra dati incoraggianti anche per quanto riguarda i mutui ipotecari alle famiglie che con 25 milioni di euro sono in crescita del 63 per cento rispetto all’anno precedente. Se la tendenza si confermerà nel tempo ciò si potrà riflettere sull’edilizia residenziale, un settore che può fare da traino all’economia palermitana».

Sempre secondo le ultime indagini di Bankitalia, però, Palermo è in Sicilia tra le province che ha perso di più alla voce prestiti a famiglie e aziende. Perché?

«L’economia di Palermo è basata all’85 per cento sul terziario, vive soprattutto di aziende pubbliche e di servizi. Si tratta di aziende di ridotte dimensioni, che faticano a creare nuovi posti di lavoro e che sono meno integrate tra di loro rispetto ad altre aree della Sicilia dove c’è più filiera. Ciò le rende anche un po’ più isolate».

Secondo l’area manager di Palermo di Unicredit, Cesare Carletta i contributi a pioggia e la facilità di accesso al credito hanno drogato l’economia siciliana, soprattutto palermitana, e fatto danni nel lungo termine. È d’accordo?

«Non voglio fare commenti di carattere politico. Guardando gli aspetti economici, dal nostro osservatorio riscontriamo che soffrono meno le aziende più vocate all’esportazione, che hanno una chiara strategia di sviluppo sui mercati internazionali».

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