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Ripulire i terreni contaminati, un aiuto dai salici

In sei anni possono rimuovere lo zinco, in dieci invece il nickel

ROMA. Il metodo con il miglior rapporto costi-benefici per ripristinare la fertilità dei terreni con un'alta acidità o di quelli contaminati da attività minerarie e discariche? Piantare salici. Lo sostiene uno studio della University of Eastern Finland, che ha sottolineato le piante con le foglie larghe, come appunto i salici, sono in grado di ripulire l'inquinamento del suolo. La ricerca spiega come elementi dannosi possono essere rimossi dal suolo in modo naturale con l'aiuto delle piante, la cosiddetta fitodepurazione naturale. Gli esperimenti sono stati condotti nella miniera finlandese di Pyhäjärvi e di quella russa di Kostomuksha; "alla luce dei risultati ottenuti fino ad ora - ha detto Aki Villa, ricercatore della University of Eastern Finland -, possiamo anticipare che i salici possono ripulire il terreno dallo zinco in 6 anni, dal nickel in 10 e da cromo e rame in 15-50 in condizioni favorevoli".

Queste piante possono crescere anche in zone con un'alta acidità e in terreni contaminate con metalli pesanti, come rame, zinco, nickel, cromo o piombo. "L'acidità del suolo contaminato può essere ridotta e la capacità dell'albero di crescere può essere aumentata grazie a processi derivati", sottolinea il ricercatore, che spiega come, "alcuni sottoprodotti ad alto contenuto di nitrogeno e calcio possono essere usati per controllare l'acidità" del suolo, aumentando così la fertilità del terreno.

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