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Serracchiani: "Non finiremo vittime di D'Alema e Bindi"

«Il nostro popolo ci ha affidato ilcompito di cambiare il Paese e non possiamo essere vittime di una guerra interna perchè chi c'era prima vuole tornare a guidare il Pd». «Vogliono bloccarci? Ci provino, noi proveremo a rinnovare il Paese fino all'ultimo giorno».

ROMA. «Il nostro popolo ci ha affidato ilcompito di cambiare il Paese e non possiamo essere vittime di una guerra interna perchè chi c'era prima vuole tornare a guidare il Pd». «Vogliono bloccarci? Ci provino, noi proveremo a
rinnovare il Paese fino all'ultimo giorno». Così il vicesegretario Pd Debora Serracchiani, intervistata dalla Stampa, torna sulle tensioni interne al partito. E al giornalista che le chiede se il fuoco amico sia la prova, come lei stessa ha scritto in un tweet, che la 'premiata ditta Bindi-D'Alemà sia all'opera per far cadere il governo, Serracchiani dice: «sì, non escludo vi sia da parte di qualcuno la volontà di farlo.

Ma manca la consapevolezza di ciò che sta succedendo. Se il Pd e il governo si occupano di Ilva, Eni, di fare le riforme istituzionali attese da 20 anni che ci chiede l'Europa, non si possono fare giochini per dare un segnale politico. Il problema è che così rischiano di far cadere il paese in ginocchio». «Abbiamo rispettato il dissenso chiedendo che le riforme vadano avanti spedite e mai - sottolinea il vicesegretario - abbiamo voluto cacciare nessuno, neppure quando vota contro la fiducia al proprio governo. Ma ogni scelta è rimessa ai singoli».  E alla domanda se dietro alle tensioni ci sia una guerra sulm Colle Serracchiani risponde: «il giochino della politica che riguarda il Quirinale o altre poltrone, non può più riguardare
il Pd di oggi».

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