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Pannella annuncia lo sciopero della sete sul caso Provenzano

Il leader del partito: " Ritengo sia un caso che la gente deve conoscere , perchè è uno dei pochi modi per far conoscere alla gente quello che non è stato fatto conoscere, cioè il messaggio storico del Presidente della Repubblica al Parlamento

ROMA. «Il problema è il dato complessivo di un regime di storia antidemocratica che continua a perseguire la sua putrefazione, non impedendomi di parlare, ma impedendo agli italiani di ascoltarci e giudicarci e sapere cosa proponiamo come urgenza vitale. Poichè è in corso il tentativo di riuscire ad eliminare la possibilità in Italia , e quindi anche all'estero, che fette consistenti di opinione pubblica possano giudicarci, condannarci, sostenerci». Lo afferma Marco Pannella annunciando un nuovo sciopero della sete sul caso Provenzano.

 «Uno dei problemi essenziali al regime , per continuare questa putrefazione della democrazia, è appunto quello di non riuscire noi invece a farci ascoltare, quando il divieto è di ascoltarci e non noi di parlare. E quindi per fare questo il caso Provenzano, un capo mafioso, condannato formalmente per le sue responsabilità. E allora difendere i diritti umani, il diritto di conoscenza del fatto che lui sia vittima della violenza che gli si rimprovera e per la quale è condannato. Credo che questo sia invece da imporre. Non c'è stato un minimo di dibattito sulla cacciata di Emma Bonino dal governo essendo da trent'anni la personalità politica più popolare. Nei miei confronti vale lo stesso impedimento della gente ad ascoltarmi e giudicarmi. E allora dico che probabilmente da questa sera inizierò uno sciopero della sete , da questa sera o domani sera, con la richiesta di potere esprimermi sui media ufficiali, in modo particolare sulle tv di stato, di parastato ed altro, proprio per spiegare in particolar modo il perchè ritengo che il caso Provenzano sia il caso che la gente deve conoscere , perchè è uno dei pochi modi per far conoscere alla gente quello che non è stato fatto conoscere, cioè il messaggio storico del Presidente della Repubblica al Parlamento».

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