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La Regione non ferma le trivelle

L’assessore Lo Bello: «Pagheranno pure le piattaforme offshore». Il presidente dell’Ars: «La Sicilia può incassare di più»

PALERMO. La Regione non ferma il piano per le nuove trivellazioni. Anche se in Parlamento lo scontro non accenna a placarsi e spacca anche i partiti della maggioranza.
Ieri doveva essere il giorno della relazione all’Ars di Crocetta. Ma il presidente, impegnato a Roma, ha affidato la difesa del piano a Mariella Lo Bello, assessore alla Formazione e vicepresidente. Non cambia invece la posizione del governo: «L’accordo con Eni, Edison e Irminio - ha detto la Lo Bello - prevede investimenti per 2,4 miliardi nei prossimi 4 anni e la creazione di almeno 7 mila nuovi posti di lavoro. Abbiamo l’oro e dobbiamo sfruttarlo».

La Lo Bello ha provato a rassicurare l’ala ambientalista che trasversalmente attraversa il Parlamento: «I progetti sono già stati valutati positivamente dal ministero. Non deve esserci distanza tra sviluppo e tutela dell'ambiente. Sono comunque molte le aree protette in Sicilia, lì non si può trivellare. E lo sblocca Italia - la legge nazionale che dà la spinta a questo nuovo piano di trivellazioni - ci consentirà di avere un ruolo più attivo nella fase autorizzativa e di controllo, segnaleremo eventuali anomalie».
Dall’altra parte, la Lo Bello si è rivolta a quanti sono più sensibili alla parte finanziaria dell’accordo siglato con i petrolieri: «Abbiamo ottenuto che anche le piattaforme offshore vengano considerate società con sede in Sicilia, in modo che paghino qui i canoni e siano soggetti alla nostra fiscalità. Il principio è che chi produce in Sicilia deve pagare in Sicilia».

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