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Processo escort, Patrizia D'Addario piange davanti ai giudici: "Cena con Berlusconi mi avrebbe cambiato la vita"

BARI. "Il tavolo della sala da pranzo di Palazzo Grazioli era pieno di farfalle: sulle bottiglie, sul lampadario". Patrizia D'Addario racconta in Tribunale a Bari, dove è sentita come testimone, la serate a casa dell'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Io non capivo - aggiunge - ma poi me l'hanno spiegato. Quelle farfalle avevano un significato: rappresentavano la parte intima delle donne. Insomma era una cena piena di farfalle, in tutti i sensi, compresi i doni del dopocena. C'erano almeno 20-25 ragazze e gli unici uomini erano Gianpaolo Tarantini e Berlusconi. Il presidente però rivolgeva le sue attenzioni solo a me".

Patrizia D'Addario, nella sua deposizione, riferisce altri particolari di quelle serate. "Eravamo quattro ragazze sul letto con Berlusconi. All'improvviso ho sentito che mi accarezzavano in un posto in cui non dovevano. Siccome io un'orgia non l'ho mai fatta, sono corsa in bagno perché volevo andare via da Palazzo Grazioli. Berlusconi mi ha raggiunto e mi ha calmato perché aveva capito che avevo problemi. Le altre tre ragazze hanno detto: Amore, vai via?'".

"Dopo avermi tranquillizzato, il presidente - continua la testimone - mi portò in una stanza e mi fece vedere le ville che ha nel mondo e parlammo di materiale edile. Dopo un po' lasciai il palazzo e tornai in albergo".

Nel corso della deposizione, la D'Addario dice anche di aver saputo da Tarantini di presunti rapporti non protetti di Berlusconi con le ragazze, mentre Tarantini scuote la testa e dice al suo avvocato che non è vero. La escort barese ricostruisce in particolare la prima cena a cui partecipò a Palazzo Grazioli, il 26 ottobre 2008, al termine della quale decise di non passare le notte con l'allora premier.

"Alla cena - afferma - c'erano tante donne, alcune delle quali erano vestite ma non avevano gli slip, le ho viste mentre erano sedute".

Patrizia D'Addario ha abbandonato in lacrime l'aula del tribunale mentre deponeva al processo escort. La donna ha cominciato a piangere mentre i pm facevano ascoltare in aula una telefonata intercettata il 2 ottobre 2008 tra lei e l'imputato Massimiliano Verdoscia. Durante la conversazione la donna pattuiva il compenso da 200 euro per una prestazione sessuale.

La 47enne escort barese, durante le indagini, disse di aver partecipato, su richiesta di Gianpaolo Tarantini, a due incontri nella residenza romana dell'allora capo del governo: la prima il 26 ottobre 2008 durante la quale, "nonostante le pressioni di Gianpaolo e del Presidente", D'Addario rifiutò di trattenersi "oltre la cena".

La seconda, il 4 novembre 2008, la donna accettò di trascorrere la notte "da sola" con Berlusconi. "Per tutta la notte - raccontò - mi sono intrattenuta con lui, consumando sia rapporti intimi che parlando ininterrottamente, nonostante io avessi sonno. Quella notte ricevetti la promessa di un suo interessamento per risolvere la mia questione edilizia a Bari (la costruzione di un residence, ndr), senza che io gli avessi in alcun modo accennato, poiché lui evidentemente era già informato". Ma del residence, Berlusconi non si è mai interessato, fatto questo che portò D'Addario a denunciare sulla stampa lo scandalo a luci rosse.

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