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Debiti della sanità all’Ars, muro dei partiti al mutuo da due miliardi

Centrodestra e grillini pronti alle barricate, dubbi pure da Pd e Udc. L'assessore Borsellino: senza il prestito perdiamo 800 milioni

PALERMO. «Il disegno di legge che il governo ci ha inviato è incompleto. Manca il piano di ammortamento e dunque è impossibile valutare come verranno coperte le rate del mutuo»: Nino Dina usa tutta la diplomazia del vecchio democristiano per anticipare che la commissione Bilancio dell’Ars solleverà subito delle obiezioni che rallenteranno la stipula del maxi prestito da 2 miliardi che la Regione ha concordato con lo Stato.
Il governo ha approvato il disegno di legge in giunta e ieri il testo è arrivato in commissione Bilancio, dove l’esame inizierà domani. I due miliardi verranno erogati dal ministero dell’Economia e sono necessari per pagare i debiti di Asp e ospedali verso fornitori e banche. E si aggiungono al primo maxi mutuo da un miliardo attivato, fra mille polemiche, all’inizio dell’estate.
Il nuovo prestito è piombato nell’agenda politica a sorpresa. Il governo sostiene di essere stato obbligato a stipularlo dallo Stato, che ha monitorato l’indebitamento della Regione in campo sanitario. È una manovra che si inserisce nel piano Salva-imprese avviato da Letta e proseguito da Renzi.
Il Pd si era detto stupito dal fatto che un provvedimento di questa portata non fosse stato concordato prima con i partiti. E anche l’Udc, proprio con Nino Dina, aveva detto di non essere al corrente delle manovre del governo. Ieri invece Dina ha visionato ufficialmente il testo e ha notato «parecchie cose da mettere a punto».

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