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Proclamati sei nuovi santi: quattro italiani e due indiani

Il Papa è arrivato in piazza San Pietro intorno alle 10,20 e ha celebrato con cardinali, vescovi e sacerdoti, la messa durante la quale ha canonizzatato sei nuovi beati, quattro italiani e due indiani.

CITTA' DEL VATICANO.  Il Papa è arrivato in piazza San Pietro intorno alle 10,20 e ha celebrato  con cardinali, vescovi e sacerdoti, la messa durante la quale ha canonizzatato sei nuovi santi, quattro italiani e due indiani. Si tratta di Giovanni Antonio Farina (1803-1888); Kuriakose Elias Chavara della Sacra Famiglia (1805-1871); Ludovico da Casoria (1814-1885); Nicola da Longobardi (1650-1709); Eufrasia Eluvathingal del Sacro Cuore (1877-1952); Amato Ronconi (ca 1226-ca 1292).

Sulla facciata della basilica, come è tradizione in queste occasioni, campeggiano gli arazzi con le figure dei sei nuovi santi. Circa duemila pellegrini provengono dall'India e i preti indiani celebrano con sulla casula bianca (come quella di tutti gli altri celebranti) una stola che porta sui due lembi le effigi del santo e della santa indiana.

Il Papa ha dichiarato santi sei beati, quattro italiani e due indiani.  Dopo che il Papa ha letto la formula, sono state collocate accanto all'altare le reliquie dei nuovi santi, subito incensate dal diacono, mentre la «Schola» intonava «Iubilate Deo».

IL TELEGRAMMA PER IL CARDINALE ANGELINI

Il Papa - che già ieri aveva pubblicamente espresso il suo dolore per la morte del card.Angelini pregando per lui durante l'incontro con il mondo dell'autismo - ha inviato un un telegramma a Vinicio Angelini,  nipote del cardinale defunto, esprimendo «profondo cordoglio» e dicendo di di pensare «con affetto a questo caro e stimato pastore, che ha esercitato il suo lungo e intenso ministero aedificazione della Chiesa in Roma, in Itali e nel mondo, dapprima nell'ambito dell'Azione cattolica, poi con encomiabile ardore apostolico negli ospedali e nelle case di cura di Roma, infine come presidente del Pontificio consiglio della pastorale degli operatori sanitari».  Formulando preghiere per la «pace eterna» per il porporato defunto, papa Francesco, lo definisce ancora «generoso servitore e insigne uomo di Chiesa».

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