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La procura: "Illecito arricchimento, sprechi e assunzioni irregolari". Ecap nella bufera: tolti i fondi

L'inchiesta del tribunale di Messina ha portato a questo provvedimento della Regione sull'ente di Palermo

PALERMO. Violazione del divieto di assunzioni, mancato versamento dei contributi previdenziali e soprattutto «illecito arricchimento e spreco di denaro pubblico frutto del noleggio di attrezzature e dell’affitto dei locali»: con queste motivazioni, per lo più segnalate dalla Procura di Messina, la Regione ha tolto l’accreditamento a un altro degli enti storici della formazione professionale, l’Ecap di Palermo.

La revoca dell’accreditamento, cioè della patente per svolgere i corsi finanziati dalla Regione con 3 milioni e 30 mila euro, spinge l’ente verso la chiusura (almeno per quanto riguarda l’attività pubblica). E per questo motivo sono in bilico i posti di lavoro di 110 persone impegnate nei corsi di formazione e negli sportelli di orientamento: «Per loro serve subito un percorso di accompagnamento che parta dall’erogazione della cassa integrazione» ha chiesto Giuseppe Raimondi della Uil.

Nel documento di revoca dell’accreditamento la Regione cita interi passi dell’ordinanza con cui la Procura di Messina ha riassunto l’inchiesta che ha portato agli arresti Francantonio Genovese. «Il noleggio di attrezzature e l’affitto dei locali, posti a carico del finanziamento regionale - si legge nel provvedimento - sono uno spreco di denaro pubblico e spesso un arricchimento illecito». E ancora: «Nella maggior parte dei casi i noleggi delle attrezzature sono stati fatti ricorrendo a ditte riconducibili agli stessi amministratori degli enti, spesso a tale scopo costituite, frequentemente in assenza di gare e a prezzi platealmente esagerati. E la locazione degli immobili pare sistematicamente sottratta a qualunque valutazione di congruità, effettuata presso soggetti riconducibili agli stessi gestori dell’ente con sconcertanti intrecci di interessi trascurati dagli organi di controllo».

L’ente ha provato a difendersi dalle accuse con una serie di memorie difensive depositate fra ottobre e i primi giorni di novembre in cui sosteneva la regolarità della propria azione. Ma la Regione non ha accolto le giustificazioni e con un provvedimento firmato ieri sera dal dirigente dell’assessorato, Gianni Silvia, ha revocato l’accreditamento.

GIA. PI.

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