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Orfini: «Lavoro, il sindacato non politicizzi lo scontro»

Arriva a Palermo il presidente nazionale del Pd: «Alcune delle modifiche previste nel Jobs act sono state suggerite dalla stessa Cgil»

PALERMO. «Dopo le ultime modifiche ci sono le condizioni perchè il Jobs act venga votato da tutto il Pd. Il governo ha ascoltato le richieste delle varie anime del partito e del sindacato. Dispiace che Gianni Cuperlo e altri non riconoscano questo risultato, più per battaglie interne che di merito, ma la stella polare è l’interesse del Paese»: Matteo Orfini, presidente nazionale del Pd, arriva a Palermo per la due giorni di scuola di formazione organizzata dalla componente Pd dei Giovani Turchi. E da qui manda un messaggio alla minoranza interna.

Il Jobs act inciamperà sulle divisioni del Pd?

«Sul Jobs act è stato fatto un lavoro difficile, che ha già prodotto risultati. Le recenti modifiche hanno portato a un accordo che è stato positivamente valutato da tutti i parlamentari del Pd in commissione Lavoro. E vorrei ricordare che lì in molti non hanno votato per Renzi. Anzi, il presidente della commissione è Cesare Damiano. Si sta lavorando a una intesa possibile se non si alzano bandierine utili solo a posizionamenti interni».

Tuttavia l’area Cuperlo continua a dire che la riforma del lavoro così com’è adesso non è accettabile. L’unità del partito è sacrificabile per approvare una norma tanto importante?

«La stella polare è l’interesse del Paese. Il Jobs act e la legge di Stabilità che ne finanzierà alcune misure servono per far ripartire il Paese. E queste norme contengono cose che vanno nella direzione che chiede Gianni: riduzione delle disuguaglianze, aumento delle tutele e sviluppo».

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