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Attori, registi, cantanti: quelli con la febbre del tavolo verde

Da Baldini, che ha lasciato il lavoro in radio perché assediato dai creditori, ad Emilio Fede, Ricciarelli, Pupo. De Sica ritardò alle nozze perché era al Casinò

PALERMO. I nomi colpiti dal gioco sono tanti, da Emilio Fede a Mara Maionchi, Pupo, quasi una sfilata nello spettacolo, con il grido clamoroso di Fiorello per l'amico Marco Baldini che lascia il lavoro assediato dai debiti di gioco: 150 telefonate al giorno dai creditori, una ogni sei minuti escluso il sonno, un incubo.

Ma sono tanti i personaggi del mondo dello spettacolo che hanno avuto precedenti con il mondo dei casinò. Mara Maionchi, discografica, giudice di X Factor ed Amici in tv, ha scritto una lettera a tutti i casinò ed ha detto: se mi dovessi presentare non fatemi entrare («una procedura poco nota, ma esiste»). Ai tempi, anche Pippo Baudo e Katia Ricciarelli hanno avuto problemi causa la passione per il gioco del soprano: le carte bollate parlano di profondi dissidi tra i due, se lei accusava lui di avere rapporti troppo confidenziali con la segretaria, lui replicava lamentando i troppi soldi spesi per il gioco d'azzardo.


Poi Enzo Ghinazzi in arte Pupo, cantante, conduttore, scrittore di una biografia dove ha raccontato il suo incubo e adesso, forse, uomo libero dalla malattia del gioco. «Nel 1980 avevo 400 milioni in banca, compravo Mercedes, ero arrogante, al casinò tutte le sere, bruciavo il fido concesso ai giocatori abituali in pochi minuti, poi arrivavano gli strozzini, quelli che ti chiedono un 10% di interesse al giorno».
«Nell'immaginario della gente sono un giocatore d'azzardo, bevo whisky, fumo sigari pregiati»: è Emilio Fede in persona a dichiararlo. Il Casinò di Montecarlo, soprattutto la saletta privata, erano la sua seconda casa, come ha descritto nei suoi racconti raccolti nel volume Privé.
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